Pozzuoli: diritto alla casa e alla salute per le famiglie di via Carlo Alberto Dalla Chiesa

Napoli -

Nella giornata di ieri abbiamo incontrato alcuni abitanti del campo container di via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa a Pozzuoli (Na).

Dal 1983, anno in cui scattò l'allarme nell'area flegrea per il fenomeno del bradisismo molte famiglie furono costrette a lasciare le proprie case per motivi di sicurezza e trovare riparo nelle roulette e nei campi di fortuna che si formano immediatamente dopo l'abbandono delle abitazioni in pericolo nel Comune di Pozzuoli.

Nel 1984 furono realizzati alcuni prefabbricati - siti a Via Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa - per la sistemazione provvisoria dei commercianti colpiti dal bradisismo. Tali prefabbricati non furono mai occupati da questi commercianti, che preferirono rimanere nei pressi del centro cittadino, con la conseguenza che questi prefabbricati rimasero vuoti.

Nel frattempo, il tempo trascorreva ma le famiglie che vivevano nelle roulette di Pozzuoli non ricevevano alcune sistemazione degna. Alcune tra esse, visto l'opportunità di quei container vuoti, tra gli anni 1985 e 1986, ed altri intorno agli anni 90, occupavano quei prefabbricati, che venivano giudicati una sistemazione, seppur precaria, migliore rispetto a quella della tenda e della roulotte.

Intorno agli anni 2000 addirittura le famiglie attraverso una “perizia” da parte di alcuni tecnici venivano riconosciute, per la loro condizione di disagio, dalle istituzioni locali, acquistavano la residenza in quei luoghi e iniziavano a pagare anche alcune tasse, tra cui la tassa sui rifiuti (Tari)

Da quel momento le 43 famiglie (tra cui si trovano diversi anziani, disabili e bambini, di cui l'ultimo nato il 5 gennaio scorso) che si trovano ancora oggi in quelle sistemazioni sono ancora in attesa, nelle lunghissime graduatorie, di essere assegnatari di case popolari.

19 famiglie tra queste sono state assegnatarie di alcune case popolari nella zona di Monterusciello (Pozzuoli). Alloggi che oggi non risultano ancora pronti in seguito all'intervento di blocco dei lavori che ha ordinato la DIA (direzione investigativa antimafia), due volte nel corso della costruzione, per casi di infiltrazione camorristica nelle aziende che hanno operato nel ciclo edilizio della cosiddetta ricostruzione post/bradisisma.

Si è arrivati cosi, tra accertamenti dello status quo, inadempienze e rimbalzi di responsabilità tra le diverse amministrazioni locali e regionali, che si sono succeduti in questi decenni, alla situazione di grave allarme sociale di questi giorni.

E' notizia che, in data 07/12/2016, in seguito a rilevamenti da parte dell'ASL NA2, quei container, in particolare le tettoie, contengano una forza presenza di MCA (materiale contente amianto).

Infatti in questi anni si sono registrate in questa strada numerosi casi di persone colpite da malattie oncologiche. Sorge quindi una legittima domanda: è possibile che le istituzioni, in tutte le loro variegate articolazioni, hanno impiegato oltre 30 anni per prendere atto che quei container sono zeppi di amianto?

Ci sembra che sia ora – dopo decenni di criminali disattenzioni e sottovalutazioni – che le 30 famiglie possano lasciare quelle autentiche scatole della morte. Il Comune di Pozzuolo però, in attesa di completare 112 alloggi di Monterusciello (Pozzuoli), non sa dove trasferire temporaneamente le famiglie, e come unica soluzione promette un sussidio temporaneo che per modi e quantitativo di erogazione non garantisce alle famiglie un alternativa valida alla loro tragica quotidianeità.

Per noi è inaccettabile che un emergenza vera e tragica - come quella che vivono le famiglie di Via Dalla Chiesa - crei un’altra emergenza.

Del resto è cosa nota che in Campania siano state centinaia le vittime dell’amianto: dai ferrovieri di Santa Maria la Bruna, ai lavoratori dell’Isochimica di Avellino e gli operai della Sofer a Pozzuoli fino alla lunga sequenza di lutti tra Cementir ed Eternit a Bagnoli.

 

Dopo anni trascorsi da quelle stragi, ancora impunite, non possiamo tollerare che si continui a tacere attorno al killer/Amianto ed al colpevole silenzio omertoso che istituzioni (le ASL in primis) hanno alimentato in questi anni.

 

Per questi – come ASIA/USB - motivi chiediamo:

• L'immediata soluzione abitativa per tutte le famiglie di via Carlo Alberto Dalla Chiesa, in particolare per quelle disagiate, con la presenza di disabili e minori;

• Un ordine del giorno su questo tema da parte del prossimo Consiglio comunale del Comune di Pozzuoli in cui vengano trovate soluzioni degne per le famiglie coinvolte;

• L'intervento della Prefettura di Napoli, della Città Metropolitana e della Regione Campania per trovare soluzioni immediate per le famiglie;

• Il rinvio dello sgombero coatto finché soluzioni condivise, anche temporanee, siano trovate per gli abitanti.

• ll risarcimento dei danni di salute e morali che le famiglie hanno subito in tutti questi anni.