IL SUD ITALIA BRUCIA. DA MESSINA AL GARGANO, SINO AL VESUVIO E LA FRANCIA VOLA SULLE NOSTRE TESTE

Napoli -

Il Vesuvio brucia. Sono oltre 600 gli uomini che sono stati impegnati nello spegnimento degli incendi che interessano la Campania tra personale della Protezione Civile locale, dipendenti della Sma Campania e volontari. Tanti numeri, molte parole, comunicati congiunti. Generali, capi della polizia, capi dipartimento ci raccontano che l’Italia va in fumo ma la macchina è perfetta e siamo più sicuri rispetto agli anni passati. Il filmato dal generale Antonio Ricciardi, di ieri, comunque ci ricorda che in caso di incendio bisogna chiamare i Vigili del Fuoco e poi andarsene. Al di là delle battute, è chiarissimo il cambiamento in peggio nella lotta agli incendi boschivi. Se ne occupino i Vigili del Fuoco, che hanno già miliardi di grattacapi. Gli ex Forestali, tutti oggi dotati di pistola di ordinanza, si dedicheranno alle indagini. Come ha anche rivendicato il ministro dell’Ambiente Galletti ai microfoni di Rai News: “Noi vogliamo che i carabinieri siano impegnati nell'attività d’indagine”. Un cambiamento totale di politica: una volta si parlava di prevenzione, ora di repressione. E l’Italia brucia.

 

Ma tanto per non fare polemica Il capo della Polizia, Franco Gabrielli, rivendica per parte sua che in Italia c’è la flotta di Canadair più grande del mondo. Certo, si confonde sui numeri, ma con questo caldo a chi non capita? Dice che ne abbiamo 19, ma alla Protezione Civile ne risultano 15 e la campagna Aib 2017 ne conta 16. Il generale Tullio Del Sette magnifica un +40% di controlli e 11 arresti in flagranza. Ma come vengono fatti questi controlli, se nell'ultimo mese è bruciata una superficie di 26mila ettari, pari a quella andata in fumo in tutto il 2016?

 

Per fortuna De Luca mette tutti in riga lanciando anatemi e dichiarando lo stato di calamità tra un invito a fritture ed un’inaugurazione di stazioni colabrodo, affermando che la Campania non sarà mai più ultima….Beh, dopo il primato nella malasanità nazionale (cittadini costretti a dormire per terra o ricoperti di formiche), ora la regione che amministra sarà prima anche nell'incapacità gestionale delle emergenze (ampiamente prevedibili….) come quella che umilia il Vesuvio ed i suoi cittadini. Il danno dovuto dalla cattiva amministrazione della sua giunta è di carattere ambientale, economico e di salute delle persone. A chiacchiere dice di puntare sul turismo, ma i fatti dicono: immagine, economia e sostanza dell’area vesuviana in fumo. Ricordiamo che la Regione Campania, neanche pochi giorni fa ha dichiarato la propria indisponibilità alla stipula di una convenzione che prevedesse il coinvolgimento proprio dei Vigili del Fuoco nelle attività di lotta e prevenzione degli incendi boschivi.

 

Nessuno si espone sul vero problema creato dalla riforma Madia, focalizzando sul fatto che la forestale non c'è più. Gli ex "verdi" ormai diventati "neri" o "rossi" a seconda del passaggio ai carabinieri o ai vigili del fuoco non ricevono alcun segnale di interesse da parte delle istituzioni. Il comunicato congiunto Protezione Civile, Vigili del fuoco, Soccorso Pubblico e Carabinieri ammette che sì, gli elicotteri che erano della Forestale sono in fermo manutentivo obbligatorio. Tutti insieme?

Ognuno ha comunque avuto ciò che voleva. La Protezione civile la sua calamità, i carabinieri il controllo sulla sicurezza ambientale e settemila armati in più, le regioni la competenza sugli incendi boschivi, i privati la prevenzione e il cerino finisce in mano ai vigili del fuoco. Non manca nulla. Speriamo che piova. L’Italia continua a bruciare tra le polemiche e dalla Francia arrivano i Canadair. Ma non avevamo la situazione sotto controllo?

 

Come USB Campania vorremmo dire: “ve lo avevamo detto”. Ma adesso è tempo di rimboccarsi le maniche ed aprire un vero tavolo di confronto buttando giù una piattaforma che metta al centro di tutto i cittadini. Basta tuonare su sindaci e società adesso serve spegnere gli animi e cospargersi il capo di cenere.

Noi ci siamo.