TRASPORTI AL COLLASSO, L'USB IN PIAZZA: SUBITO L'AZIENDA UNICA DI MOBILITÀ

La ricetta del sindacato per salvare Anm e Ctp: «Si impieghi l’avanzo dell’Ex Provincia»

Napoli -

L’ Unione Sindacale di base scende in piazza e riaccende i riflettori sulla grave crisi finanziaria che continua ad attanagliare l’Anm e la Ctp. Il piccolo corteo – circa trenta i manifestanti – si è snodato da piazza Matteotti, sede dell’Ex Provincia, fino al palazzo della Prefettura di piazza del Plebiscito.

Durante il tragitto l’Usb ha sottoposto all’attenzione del Comune, della Città Metropolitana e del Prefetto un documento in cui si evidenzia lo stato di crisi in cui versano l’Azienda Napoletana di Mobilità e la Compagnia di Trasporto Provinciale «La drammaticità della situazione del trasporto pubblico locale nella città di Napoli e nei comuni dell’hinterland è sotto gli occhi di tutti – recita la nota – Le due principali aziende, Anm e Ctp, versano in grave crisi finanziaria e pertanto rinnoviamo la richiesta di attuare quanto già previsto nelle linee programmatiche di mandato del sindaco metropolitano in merito alla costituzione di un’azienda unica di mobilità a gestione pubblica, che fonda le due attuali società, così da poter attingere anche ai fondi della Città Metropolitana, caratterizzata da una situazione finanziaria decisamente migliore di quella del Comune».

Insomma, la situazione è ormai fuori controllo: «I quotidiani disservizi e i frequenti guasti costringono i dipendenti a rapporti con un pubblico sempre più aggressivo ed esasperato per il malfunzionamento del servizio: ore di attesa alle fermate, senza aria condizionata, bloccati nel traffico, ammassati come sardine, mezzi sporchi e numerosi problemi che coinvolgono l’incolumità non solo dei lavoratori ma di tutti i cittadini utenti».

L’Usb indica quindi la propria ricetta per provare a uscire dallo stato di crisi: «Chiediamo quindi che si giunga a una deliberazione del sindaco metropolitano e successivamente del Consiglio, che sia costituzionalmente orientata per garantire il diritto alla mobilità procedendo alla formazione dell’Azienda unica al fine di riorganizzare i servizi, eliminare le sovrapposizioni e garantire maggiore mobilità nelle periferie, ricorrendo anche alla quota-parte dell’avanzo libero metropolitano».