ATITECH :LAVORO, SVILUPPO, DEMOCRAZIA E ACCORDI NEGATI. E' ORA DI DIRE BASTA!

E’ IN ATTO UN GRAVE TENTATIVO DI TOGLIERE VOCE A QUALSIASI INIZIATIVA TESA A DENUNCIARE LE OMISSIONI CHE L’ATTUALE MANAGEMENT STA PERPETRANDO

Napoli -

L’accordo siglato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri il 13 ottobre del 2009, dai rappresentanti del Governo, Finmeccanica, Regione Campania, Alitalia Cai, Manutenzioni Aeronautiche capitanata dal Dott. Lettieri Giovanni e tutte le Organizzazioni Sindacali, doveva rappresentare la svolta per Atitech, azienda di manutenzione e revisione Aeromobili la cui professionalità e affidabilità è riconosciuta in tutto il mondo, costituendone la base di rilancio.

 

Il piano industriale presentato, oltre al consolidamento e il rilancio aziendale, prevede nel 2014, 500 lavoratori occupati su 640, oltre ad una gestione non traumatica degli esuberi, attraverso l’assunzione di 60 lavoratori in aziende di Finmeccanica ed il pensionamento ed esodi agevolati del restante personale.

 

A poco più di un anno ormai dall’avvio delle procedure di licenziamento collettivo, quel piano di rilancio e l’accordo di Palazzo Chigi rischiano di divenire carta straccia, nel silenzio totale.

 

                Ad oggi i lavoratori occupati sono circa 200, circa un terzo del totale dei dipendenti.

 

Gli unici che hanno fatto fino in fondo la propria parte sono stati i lavoratori, decurtandosi sensibilmente gli stipendi e garantendo elementi di flessibilità, non riscontrabili in nessun altra azienda del settore sia nazionale che estera.

 

USB da ormai due anni sta denunciando in tutte le sedi tale pericolo generato innanzitutto da una evidente mancanza di investimenti da parte della Proprietà dell’azienda in modo particolare relativamente all’acquisizione del segmento conto terzi e del cosidetto lungo raggio, nonché su un modello di azienda full-maintenance. Riteniamo estremamente grave che in  Atitech, nel cui assetto societario figurano anche Finmeccanica (10%) e Alitalia Cai (15%), ancora non si svolgano attività manutentive su Aeromobili di lungo raggio, visto che Alitalia Cai continua ad inviare all’estero tali macchine per un volume di attività che già da due anni, avrebbe potuto sottrarre dalla cigs ulteriori 70 lavoratori oltre che favorire lo sviluppo dell’azienda su tale importante segmento di mercato.

 

Ma è chiaro che senza gli investimenti necessari, da parte di Lettieri e company, senza il dovuto apporto della Regione Campania, senza le dovute e necessarie sinergie tra Finmeccanica e Atitech per l’utilizzo di strutture già esistenti in Aeroporto che potrebbero ospitare tale tipologia di Aeromobili, senza la necessaria disponibilità della società di Gestione Aeroportuale a superare intralci alle operazioni di movimentazione AA/MM, senza un consistente programma di acquisizione capability e certificazioni su nuove tipologie di Aerei, il lungo raggio rischia di continuare ad essere svolto all’estero con buona pace degli accordi in essere.

 

Di tutta risposta, la proprietà aziendale, più che concentrarsi sui necessari interventi da mettere in campo per rilanciare l’azienda, nega la democrazia arrivando a non autorizzare un’assemblea in Legge 300/70 richiesta dalla nostra Organizzazione Sindacale, sostenendo tale scelta con motivazioni assurde e provocatorie, non solo nei confronti del sindacato ma anche di tutti i lavoratori.

 

E’ in atto un grave tentativo di togliere voce a qualsiasi iniziativa tesa a denunciare le omissioni che l’attuale management sta perpetrando, suffragato da una gestione della rotazione del personale in cigs estremamente iniqua e discriminatoria, per la quale, parte di  lavoratori aspettano di rientrare in azienda ormai da più di due anni e altri vengono discriminati in termini di lunga permanenza incassa integrazione.

 

USB che avvierà tutte le procedure previste per la necessaria ripresa del conflitto, ritiene che le Istituzioni a partire dal Governo, quale garante degli accordi in essere, la Regione e il Comune di Napoli, non possono continuare a non dare risposte alle problematiche relative ad Atitech, che tra l’altro è paradossalmente divenuta anche oggetto dell’ultima campagna elettorale.

 

Al Governo chiediamo una convocazione non più differibile, in tempi brevi, per una necessaria verifica circa il rispetto e il conseguimento degli obiettivi di sviluppo e occupazionali, ad oggi palesemente violati. Il riconoscimento del diritto di andare in pensione con i criteri previsti dalla Legge ante-riforma Fornero, per i lavoratori  che raggiungono la pensione nell’arco di vigenza degli ammortizzatori sociali e gli esodati.

 

Alla Regione Campania, al Presidente Caldoro al Consiglio Regionale, chiediamo di dare seguito all’impegno assunto ormai da mesi di convocare un tavolo tematico che preveda la partecipazione di tutti i soggetti interessati, Atitech, Finmeccanica, Alitalia e Organizzazioni Sindacali, oltre che tener fede agli impegni assunti anche relativamente alle modifiche strutturali da porre in essere.

 

Al Sindaco di Napoli, al Consiglio Comunale, visto che Atitech è un’azienda rientrante nel comune di Napoli, chiediamo di attivarsi per fornire il contributo necessario per il rispetto delle intese siglate e contestualmente impedire qualsiasi tentativo di trasforma l’azienda napoletana nell’ennesima speculazione finanziaria.

 

Chiediamo inoltre al Sindaco, visto l’atteggiamento dell’azienda del Presidente  Lettieri che calpesta la democrazia, negando assemblee previste dallo Statuto dei Lavoratori, di ospitare presso la casa Comunale l’assemblea dei lavoratori Atitech, alla quale fin d’ora ne richiediamo la partecipazione ed estendiamo l’invito a tutti i rappresentanti delle Istituzioni Campane.

 

Lotteremo come sempre fatto per il rilancio dell’azienda, lo sviluppo e l’occupazione, contro ogni tentativo di speculazione finanziaria sulla pelle dei lavoratori.

 

Unione Sindacale di Base Lavoro Privato-Esecutivo Nazionale

 

 

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