I lavoratori della SACOM scioperano con USB

Grande risposta dei lavoratori SACOM addetti ai passaggi a livello dell' EAV, allo sciopero proclamato da USB il giorno 21 maggio.

Napoli -

 

Dopo mesi di lotte ed iniziative più o meno spontanee dei lavoratori interessati, lo sciopero è stato inevitabile per la rivendicazione del salario.

Quindi non aumenti economici, non migliorie lavorative, non richieste di mantenimento dei livelli di sicurezza sul lavoro, in Italia si sciopera per rivendicare il salario!
Questo è quello a cui hanno portato decine di anni di smantellamento di diritti e garanzie per la classe dei lavoratori, perdita di ore di lavoro per rivendicare il dovuto, spesso con diversi mesi di arretrati, mentre si pretende, attraverso leggi e normative, il rispetto della prestazione lavorativa, la non iniziativa “selvaggia” di rivendicazione dei salari, scioperi ingabbiati dentro la legge 146/90 che di fatto limita pesantemente la protesta.

Dall'altro lato si piange un imprenditoria in difficoltà che fa impresa con danaro pubblico,(ricordiamo che EAV è di proprietà della Regione Campania e gli appalti vengono pagati con i soldi pubblici), imprenditoria che non eroga i salari se non dopo aver ricevuto il danaro dalla stazione appaltante, troppo comodo così, qualsiasi cittadino potrebbe farlo!

Il sistema degli appalti e delle esternalizzazioni ha fallito in tutto il settore pubblico e dei servizi pubblici, le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti ma nonostante ciò si persevera nel continuare a percorrere questa strada, evidentemente il gioco fa gola a molti, dalle aziende pubbliche, alla politica, per finire ai sindacati collaborazionisti che spesso sono dietro le assunzioni del personale in queste micro ditte che gestiscono servizi ausiliari fondamentali per i servizi pubblici.

L'indotto TPL in Campania vive una sofferenza enorme, con perdita di posti di lavoro e decine di migliaia di ore di CIG erogate, con salari non erogati e contenziosi dovuti ai numerosi passaggi di cantiere, che ormai si avvicendano con ritmi quasi mensili per i mancati pagamenti delle stazioni appaltanti.

Intanto, nei piani di rientro dal debito di EAV, è stato messo nero su bianco che l'internalizzazione degli addetti ai P.L. porterebbe un notevole risprmio dei costi rispetto all'appalto corrente e non riusciamo a spiegarci perché non si procede a tale operazione.

USB continuerà ad affiancare nella lotta i lavoratori dell'indotto TPL e, se sarà il caso, per rivendicare salario e posti di lavoro certi, si proclameranno ulteriori azioni di sciopero, evidenziando, sin da adesso, che le ricadute sul servizio offerto all'utenza sono le dirette conseguenze della malagestione manageriale di EAV, di una classe politica regionale che per pochi decine di migliaia di euro non garantisce lo stipendio a tali lavoratori e di un imprenditoria che in questo sistema di appalti ha trovato il suo “paese dei balocchi” .