CHE NON ACCADA MAI PIU'! BASTA VIOLENZA SUL LAVORO.

AUTISTA ANM AGGREDITO, COLPITO AL VOLTO DA UN BICCHIERE DI VETRO PRESSO IL CAPOLINEA DI PIAZZALE TECCHIO A CAUSA DEI DISSERVIZI SULLE LINEE BUS.

Napoli -

Siamo stanchi di dover ripetere sempre le stesse filastrocche, stanchi di dovere assistere allo smantellamento dello stato sociale e dei servizi, di sentire di dualismi contrapposti lavoratori/cittadini, stanchi di rapporti umani e tessuto sociale scientificamente distrutti negli ultimi 30 o 40 anni.

E non ci bastano più le ipocrisie di chiunque si voglia approcciare all'argomento in modo apolitico, il quale, ci teniamo a sottolinearlo, non è l'aggressione all'autista di turno che, seppure faccia molto “rumore” rientra nella generalità del problema, caratterizzato da un mondo che non rispecchia quello che vogliamo, almeno per quello che ci riguarda.

Stanchi di criminalizzazioni continue del mondo del lavoro per accaparrarsi consensi tra la gente, stanchi di chi oggi ti etichetta “fannullone” e domani viene ad accarezzarti l'anima per il voto elettorale.

Il problema delle aggressioni al personale dei servizi pubblici va affrontato ed inquadrato in una prospettiva più generale, perché siamo consapevoli che non serve la repressione e non basta l'esercito per il grado di deterioramento della società che abbiamo raggiunto; l'operatore dei servizi pubblici è solo un anello della catena che, statisticamente, essendo a contatto con il cosiddetto pubblico molto di più di chiunque altro soggetto sociale, corre rischi più alti.

Ed allora ci piacerebbe sentire altro, ci piacerebbe una presa di coscienza generale che affronti con serietà il problema del degrado delle periferie, ridotte sempre di più a quartieri dormitorio senza servizi e sviluppo sociale, del taglio dei servizi intesi nella loro più generale accezione, come asili, scuole e servizi accessori che offrono sul territorio, biblioteche pubbliche che hanno lasciato spazio alle più svariate sale scommesse, modelli socio culturali che ci ostiniamo a coltivare anche nei più elementari gesti quotidiani; senza volere sfociare in una discussione che tocchi i massimi sistemi, ma siamo indignati per l'aggressione al lavoratore di ANM nello stesso modo in cui ci indigniamo per i morti nel Mediterraneo, per le vittime di guerre che non abbiamo dichiarato, per le tante donne uccise dai loro compagni, per i ragazzini persi per strada perché il tessuto urbano e suburbano non offre niente di più che non gettare sassi ad un autobus e perché si è scelto, scientemente, di non fare crescere ed emancipare alcune parti della società rendendo alcuni luoghi come deserti a cielo aperto, siamo indignati perché un carabiniere ammazza un giovane di periferia, colpevole solo di viaggiare in motorino di notte, siamo stanchi di una società che ha scelto il modello “tette e culi” invece di teste pensanti e siamo stupiti nel vedere attaccare strutture e giovani sul territorio che, autonomamente, provano a sostituire quel minimo di stato sociale che manca da anni, come doposcuola, attività di supporto alla crescita dei giovani, attività sportive e tutto quello che serve per rendere la crescita dell'individuo, siamo stanchi di dover sentire di modelli lavorativi che indicano la produttività come unico elemento di valutazione del lavoratore e la crescita salariale, annullando il tempo libero del singolo individuo e quindi il suo sviluppo sociale.

Con questo non vogliamo strizzare l'occhio a questo o quell'altro soggetto attivo sui temi che abbiamo elencato in quanto non ne abbiamo bisogno perché sono temi condivisi con molte realtà, ma piuttosto dare contro a tutti quei soggetti che si oppongono a certe scelte di tipo politico e sociale in modo ipocrita per salvaguardare lo status quo; dall'altro lato non abbiamo nessuna intenzione di sminuire o far rientrare in una delle eventualità “scontate” quanto accaduto ieri sera al lavoratore ed attivista sindacale di USB che riteniamo sia un atto gravissimo ma discendente dalle motivazioni che crediamo avere espresso in modo non completamente esaustivo perché si potrebbero scrivere dei testi completi sull'argomento.

Per questo gridiamo con coraggio che questo modello sociale non ci piace, abbiamo la consapevolezza di far rimbombare nelle teste di tutti una frase che nelle nostre tuona ogni momento della giornata : “socialismo o barbarie”, consapevoli di tirarci addosso le critiche di tutti quelli che, viceversa, credono che quello in cui viviamo sia il migliore dei mondi possibili, continuando ad essere ciechi a tutti gli stimoli negativi provenienti dall'esterno.

Abbiamo indicato la strada più tortuosa per la soluzione, ne siamo consapevoli, ma siamo altrettanto consapevoli che si tratta dell'unica via di uscita.


Per questi motivi e prendendo a spunto il gravissimo episodio accaduto ieri al lavoratore e sindacalista USB dell'ANM, Vincenzo Lucchese, chiediamo la partecipazione al presidio di domattina che si terrà alle 10.00 presso la Prefettura di Napoli, a tutti quei soggetti che credono che cambiare lo stato di cose sia prerogativa fondamentale per evitare altri episodi simili; si chiede la partecipazione ai lavoratori del TPL campano, alle forze sindacali, ai movimenti, ai cittadini, alle istituzioni, per chiedere di ripristinare, in primis, le condizioni di sicurezza per svolgere il servizio pubblico, ma per iniziare anche un percorso che dia prospettive diverse rispetto alla barbarie che viviamo quotidianamente e che non può avere come unica risposta la repressione!

#vogliolavoroestatosociale

Napoli 12/06/2016

USB Federazione Campania