2° CONGRESSO CONFEDERALE REGIONALE DELL'USB CAMPANIA
Relazione introduttiva
Questo nostro secondo congresso regionale confederale si tiene dopo una serrata tornata di congressi aziendali e, soprattutto, dopo lo svolgimento delle assisi nazionali delle nostre tre categorie con cui si configura la Confederazione.
Non farò una relazione lunga perché buona parte delle discussioni sono state fatte nei passaggi congressuali delle scorse settimane per cui – volontariamente – mi concentrerò solo su alcuni aspetti di metodo.
I compagni, i delegati ed i lavoratori tutti hanno potuto leggere i documenti che sono stati approntati per questo complesso percorso congressuale ed hanno potuto non solo prendere parola nei vari congressi ma hanno – ed è questo il dato politico più importante – prendere atto dell’intero arco di questioni ed attività che attualmente compongono una Organizzazione Sindacale come l’USB.
Sempre più – mentre avanzano i fattori di crisi economica e sociale e mentre i vari sindacati complici si rivelano inefficaci a far fronte a questa situazione – l’azione dell’USB si trova al centro di quel, poco o tanto che sia, che oggi, in Italia, si esprime sul versante dei conflitti sindacali e sociali.
Questa nuova condizione oggettiva ci obbliga - sul piano politico ed organizzativo – ad adeguare costantemente il nostro sindacato alle novità, ai diversi e più difficili terreni su cui oggi è possibile fare contrattazione ed ai mutamenti della struttura produttiva, economica e sociale del mondo del lavoro e dell’intera società.
Chi ha letto il Documento Congressuale Confederale ha potuto cogliere che tutto il ragionamento che proponiamo tiene conto delle tre questioni con cui oggi le dinamiche politiche, economiche e sociali si snodano nei posti di lavoro, nei territori e nella società: politicizzazione delle contraddizioni; centralizzazione, spesso autoritaria dei processi decisionali, enorme velocificazione delle contraddizioni e delle dinamiche in atto sia sul piano globale che locale.
Da questa consapevolezza deriva la necessità – quindi - di imprimere una svolta al complesso della nostra azione, della nostra modalità di fare sindacato e delle forme con cui vogliamo essere presenti nella società. Non ritorno, in questa sede, sui problemi e sui temi che costituiscono l’elenco delle questioni che l’USB vive nelle varie categorie; da questo punto di vista rimando i delegati tutti ai Documenti congressuali del Lavoro Privato, del Lavoro pubblico, dei Pensionati, dell’ ASIA e della costituenda Federazione del Sociale.
Mi sembra che in questi Documenti viene fatto il punto sui vari comparti, il bilancio delle attività svolte, vengono evidenziati i limiti e le difficoltà che abbiamo riscontrato ma, soprattutto, sono indicati i prossimi assi di lavoro attorno cui dovremo articolare e generalizzare l’attività dell’USB nei mesi a venire.
Inoltre anche nelle discussioni che abbiamo fatto, in occasione dei congressi provinciali della Campania di “pubblico” e “privato” mi pare che abbiamo individuato i nessi attraverso cui strutturare l’azione sindacale nelle province della Campania. In tal senso l’elezione dei nuovi Coordinamenti, a condizione che siano vissuti con spirito militante da chi ha accettato di farne parte, può essere una ulteriore occasione di stimolo e di impegno per imprimere una positiva svolta al protagonismo dell’USB. In questa sede di Congresso Regionale Confederale della Campania voglio sottoporre all’attenzione dei delegati e dei compagni solo alcuni punti su cui ritengo sia utile ritornare e che, a giudizio dell’Esecutivo Confederale uscente, costituiscono gli elementi di novità veri di questa tornata congressuale:
a) Il lavoro operaio: Con l’ingresso nell’USB dei compagni provenienti dalla FIOM ma anche con la fine politica di quella che comunemente veniva definita come “l’anomalia Landini” la nostra Organizzazione sta organizzando un diffuso e stabile intervento nei settori tradizionali della produzione i quali - fino ad ora - non erano al centro della nostra attività. In questa direzione l’elezione, in ogni fabbrica dove riusciamo a presentare liste per le elezioni delle nuove RSU, di nostri delegati è un sintomo concreto della crescita dell’autorevolezza dell’USB ma anche delle nuove tematiche e problematiche che dobbiamo essere in grado di maneggiare. Non è un caso che il nostro Centro Studi – il Cestes/Proteo– ha presentato nell’aprile scorso una ricerca analitica sulle modificazioni nel mondo della produzione (La Catena del Valore) che, guarda caso, nei gironi scorsi l’ISTAT ha confermato nel suo annuale rapporto sullo “stato reale del paese”.
b) La costituzione della Federazione del Sociale: L’USB si è sempre interessata di tutto l’arco delle contraddizioni sociali che afferiscono non solo alle condizioni di lavoro ma anche a quelle di vita dei lavoratori e dei settori popolari. Per molti anni, in varie città, abbiamo sperimentato, con risultati diversi, forma di “Sindacalismo Metropolitano” in collaborazione con Associazioni, Centri Sociali e forze politiche. Il tema della precarietà del lavoro e della vita, del diritto all’abitare, i problemi afferenti alla complessa “crisi urbana” e quelli della solidarietà e della possibile organizzazione degli immigrati sono sempre stati nel Dna della nostra Organizzazione ma, spesso, non trovavano né la giusta valorizzazione e né le forme politiche ed organizzative utili e necessarie per migliorare e sviluppare ulteriormente questa fondamentale attività. Ora con la costituzione della Federazione del Sociale (dentro cui confluisce anche l’ASIA che, da sempre, cura il settore della lotta per la casa) proviamo a dare vita alla terza categoria nazionale della Confederazione USB con l’intento di costruire, per davvero, il Sindacato che serve in ogni luogo della società dove questa domanda politica si esprime.
La costruzione dell’USB in Campania.
Nell’arco di tempo tra il primo ed il secondo congresso dell’USB la nostra Organizzazione è cresciuta anche in Campania. Le nostre federazioni sono presenti in tutte le province e svolgono, seppur con dimensioni differenti, un buon lavoro nei vari comparti. Siamo, quindi, soddisfatti dell’insediamento territoriale che abbiamo affermato ma – alla luce delle discussioni che abbiamo svolto nei congressi regionali di categoria – dobbiamo ora, in sede di Congresso Regionale Confederale, riaffermare una impostazione politica ed una modalità di relazione tra noi che costruisca una nuova e più avanzata proposta politica dell’USB sui temi della Vertenza Regionale, del confronto/scontro non solo con l’Amministrazione Regionale ma anche con ciò che residua delle vecchie Province e con la Città Metropolitana di Napoli.
Su questi temi richiamo agli interventi ed alle relazioni fatte nei congressi regionali di categoria ed alle varie proposte che i delegati hanno avanzata. Questa affermazione e questa linea di condotta non possono essere più una affermazione formale che ci facciamo in sede congressuale ma deve essere un comune terreno di impegno sindacale che facciamo vivere in tutte le province della Campania. Sempre più nei prossimi mesi i coordinamenti di categoria ed il nuovo coordinamento regionale confederale dovranno impostare non solo l’attività nei vari comparti ma iniziare a determinare le condizioni per mettere in pratica l’opposizione alle politiche economiche e sociali dell’amministrazione regionale e di quelle amministrazioni (compreso il Comune di Napoli) la cui azione di governo è troppo discordante dalle affermazioni di natura propagandistiche che, spesso, si producono nella comunicazione politica e mediatica.
Si tratta, allora, di costruire una USB dinamica nella sua azione, nelle sue articolazioni organizzative ed in grado – sul versante politico/sindacale – di coniugare il sacrosanto terreno della vertenza e della contrattazione sui posti di lavoro con le forme del conflitto metropolitano e con la contemporanea elaborazione programmatica di piattaforme generali di tipo generale e confederale.
Una USB, quindi, che, sempre più, assume le caratteristiche di una moderna forma sindacale, adeguata alle profonde trasformazioni consumatesi negli anni.
Concludendo: specie a Napoli ed in Campania le organizzazioni sindacali complici sono fortemente screditate agli occhi dei lavoratori e dei settori popolari. Scandali, brogli, ammanchi finanziari oltre, naturalmente, ad una politica di aperta subalternità ai disegni del padronato hanno condotto Cgil, Cisl e Uil al baratro. I vertici nazionali di queste organizzazioni hanno commissariato le dirigenze locali. L’USB – se vuole configurarsi come un moderno sindacato di classe – deve mettere in campo una idea di organizzazione ed una pratica completamente diversa da costoro.
I lavoratori, i precari, le nuove figure dello sfruttamento, nei posti di lavoro e sul territorio, devono conoscere un altro modo di “fare sindacato” e devono, con il loro protagonismo, tornare alla lotta per la difesa dei loro interessi lasciando alle loro spalle pessimismo, sfiducia e rassegnazione.
Questa è la scommessa di questo Congresso e qui misureremo la capacità di costruire il Sindacato che serve!