2° Congresso Provinciale USB Lavoro Privato - NAPOLI
RIPRENDIAMOCI TUTTO
Sabato 8 aprile in via Cesare Rosaroll, presso il centro Carlo Giuliani si è svolto a Napoli il Congresso Provinciale USB Lavoro Privato.
"Riprendiamoci tutto". E' questo lo slogan che ha animato gli interventi dei tantissimi delegati congressuali che si sono sussguiti per oltre tre ore. Totale solidarietà è stata espressa nei confronti della compagna Stefania Fanatuzzi vittima di una vile aggressione ad opera di un delegato della FIM CISL durante un'assemblea a Termoli.
RELAZIONE INTRODUTTIVA
Spunti di riflessione dal documento congressuale USB LP e possibili linee di azione nell'ambito provinciale di Napoli
Dal primo congresso USB del 2013 la società è stata investita da notevoli cambiamenti, alcuni già in embrione all'epoca, altri pensati ed elaborati nell'arco di questo periodo.
La progressiva avanzata del capitale nei nodi vitali dei diritti fondamentali di tutti noi, è ancora in corso e non accenna a fermarsi; la crisi, che ai tempi del primo congresso definimmo, strutturale, ha invaso tutti i settori sociali e del mondo del lavoro : da quello dei servizi ai cittadini, all'industria, alla piccola impresa, al precariato reso ancora più precario, insomma a tutto quello che riguarda l'intera sfera del mondo del lavoro; come se non bastasse la compressione di diritti e salari, si è compiuto anche un disegno più ampio, che caratterizza l'intero mondo capitalistico, quello della criminalizzazione del dissenso degli sfruttati, dei disoccupati, di chi cerca un abitazione, di chi vive ai margini della nostra società, dissenso fermato con la repressione più spietata.
Rendere i lavoratori, termine qui usato nella sua accezione più generale, ricattabili attraverso la destrutturazione di quelle garanzie che prima rendevano più forte il peso delle rivendicazioni e delle lotte, ha fatto in modo che il cosiddetto “esercito di riserva” sia facilmente arruolabile, creando una competizione all'interno stesso della classe subalterna con effetti deleteri.
Le strategie del capitale non si fermano, per questo e per far crescere le aree del proprio profitto a discapito degli sfruttati, sono stati attaccati anche i servizi pubblici, economici e non, che rappresentavano un caposaldo delle politiche sociali; basta guardare alla sanità, ai trasporti, ai continui rimandi all'interno dei CCNL al welfare aziendale, al terzo settore che affida al volontariato i cardini dell'assistenza al cittadino, solo per fare alcuni esempi.
La riforma del codice degli appalti rappresenta una delle tessere di questo mosaico, con la mancata previsione della clausola sociale; in Italia ci siamo spinti anche più in la delle direttive europee di indirizzo le quali prevedevano norme di garanzia per i lavoratori.
Il documento congressuale di USB LP affronta questi argomenti in maniera approfondita, suddividendo, all'interno della categoria, altre due macro aree :
· L'area del lavoro pubblico
· L'area del lavoro operaio
Una tesi ampiamente condivisa dall'analisi della situazione attuale, con diversi spunti di riflessione sul modo di operare da qui al prossimo congresso, in termini di organizzazione e risposta conflittuale all'avanzata padronale e del capitale.
In più punti del documento emerge il termine “ricomposizione”, ricomporre la classe subalterna, andando oltre il perimetro aziendale, ricomporre le vertenze e riportarle su di un piano più generale e strategico che sia capace di collegare settori e mondi solo apparentemente scollegati, non a caso la frammentazione e la parcellizzazione dei lavoratori rappresenta la prima arma vincente per chi vuole la nostra sconfitta.
E' nostro dovere compiere questa azione di ricomposizione in tutte le sue prospettive, a 360° e senza escludere nulla dalla nostra sfera di azione:
Evidentemente ricomporre e collegare vorrà dire, prima di tutto, rompere la dicotomia “utente-cittadino/lavoratore” per quanto riguarda i servizi pubblici locali, creare le condizioni affinché questi ultimi si parlino con i loro omologhi dipendenti dell'amministrazione da cui sono partecipati; creare alleanze con chi è vittima dello stesso sistema economico;
Vorrà dire inquadrare l'area del lavoro operaio come il contenitore che contiene le gambe per far spostare le merci sovraprodotte dal capitale, partendo dalla filiera più bassa, quella di raccolta e produzione delle materie prime, passando dalla manifattura industriale delle stesse, per poi attraversare il settore della logistica fino ad arrivare nei centri della GDO, tutti gangli capitalistici caratterizzati da condizioni di lavoro che calpestano la dignità della persona, retribuzioni da fame, principi fondamentali non rispettati, un enorme contenitore che può e deve rappresentare non solo il rilancio ma anche il punto più avanzato della ripartenza per i lavoratori, in quanto questi settori, come già detto, rappresentano gli strumenti per la veicolazione delle merci.
In questo senso bisogna anche sapere cogliere le connessioni che in molti non vedono, tra l'area del lavoro pubblico e l'area del lavoro operaio delineate nel documento congressuale.
La prima caratteristica di convergenza è quella di far comprendere che non esistono più margini per posizioni di rendita di alcune categorie a discapito di altre, motivazioni che spesso hanno spinto i corporativismi e gli interessi di categorie specifiche al ben guardarsi di appoggiare un progetto così ambizioso come quello di USB;
Tali connessioni sono state nascoste nel corso degli anni da un sindacalismo complice e qui è meglio specificare che esso ed in alcuni settori, non è rappresentato solo da cgil-cisl e uil ma anche da altri soggetti ben travestiti da “alternativi” tanto che gran parte dei lavoratori interessati non sono a conoscenza che questi soggetti sindacali sono firmatari di tutto quello che è “firmabile” pur di mantenere le loro posizioni di rendita.
Essere capaci di rendere espliciti questi collegamenti vorrà dire sottolineare ed evidenziare quelli che sono i punti che caratterizzano le diverse ed incisive riforme che hanno investito il mondo del lavoro in questi anni, così come quelle delle pensioni, delle condizioni di lavoro, dell'abbassamento dei livelli di sicurezza in ambito lavorativo, dello sfruttamento generalizzato di ogni categoria, elementi comuni e che interessano tutti, dall'area del lavoro pubblico a quello del lavoro operaio, sotto questo aspetto basta pensare al jobs act che ha annullato alcune garanzie in maniera generalizzata.
Il territorio provinciale di Napoli
Possiamo affermare che il bilancio nel settore privato è positivo, la crescita esponenziale che ha caratterizzato USB Lavoro Privato ha visto la Campania e, più specificatamente, la provincia di Napoli, consolidarsi, anche grazie ai numerosi ingressi in USB di lavoratori provenienti dalle organizzazioni complici.
Siamo avanzati nelle partecipate del Comune di Napoli, abbiamo consolidato e creato nuove strutture in altre partecipate, come ARPAC, insediato nuove strutture nel settore energia, rafforzato, consolidato e creato nuove strutture in diversi settori dei servizi e dell'industria, nonché confermato quelle esistenti.
Continua e si incrementa anche l'attività dello sportello migranti che, seppure va inserito in un contesto di confederazione sociale, non si può dimenticare che molti dei fruitori sono lavoratori del settore privato, quindi direttamente interessati dalle linee di USB espresse dal documento.
Abbiamo rafforzato la nostra presenza nei trasporti, con particolare riferimento al Gruppo FS ed alle aziende di TPL sull'isola di Capri, realtà dove eravamo assenti.
Stiamo inoltre per avviare la campagna per il rinnovo delle RSU sia all’Hitachi (ex Ansaldo Trasporti) e sia nell’ASIA dove – per motivi burocratici – alle scorse elezioni l’Azienda e Cgil, Cisl e Uil bocciarono la presentazione della nostra lista.
In ultimo ci teniamo a sottolineare le vicende di questi ultimi giorni, che vedono due tra le più importanti società di multiservizi indagate formalmente dalla Procura di Napoli la quale ha chiesto il divieto di contrattare con la P.A. per Manutencoop ed Euro Servizi, sintomo evidente di un diffuso modo di fare nel mondo degli appalti di pulizia dove la nostra presenza anche è significativa, che porta aumenti dei costi, ingresso del malaffare e della corruzione, il nostro obiettivo deve essere declinato correttamente e senza indugi : internalizzare le lavorazioni multiservizi con assunzione degli addetti sotto appalto, il che comporta una sensibile riduzione dei costi e sicuramente l'abbattimento delle tangenti.
Sulle dinamiche e sviluppi dell'azione di USB LP Provincia di Napoli non ci dilunghiamo più di tanto perché vogliamo che all'interno del dibattito che seguirà siano evidenziate non solo le specificità di ogni singolo luogo di lavoro, ma soprattutto le possibili strategie di intervento in analogia con quanto espresso dal documento congressuale ed in linea con la piattaforma USB, da attuare e nel solco di quanto si è tracciato fino ad ora in tema di unità di intenti, convergenza su piattaforme più generali, connessioni delle due macro-aree e dei settori.
Lo scenario politico
Riteniamo utile fare un accenno anche allo scenario politico generale sul territorio anche per comprendere insieme come muoverci nel prossimo futuro.
Inutile nascondersi che le aspettative che ci si aspettava dalla nuova consiliatura del Comune di Napoli e da quella di Città Metropolitana sono state in parte deluse, con un progetto politico che ha iniziato a mostrare delle crepe che impongono una riflessione meno impressionistica ed emotiva.
Seppure USB è stata caratterizzata sempre da una sua autonomia di operatività, come è logico che sia per un soggetto sindacale come il nostro che ambisce a rappresentare le istanze di diversa provenienza sociale della classe subalterna, è vero anche che non abbiamo nascosto la nostra approvazione per la rielezione del sindaco interpretandola come un sacrosanto momento di rottura con il vecchio ceto politico affarista, speculativo ed antipopolare.
Ciò nonostante crediamo sia necessario rimarcare una distanza ancora più netta e decisa in quanto si sono delineati negli ultimi mesi alcuni cambiamenti strategici nella linea politica della consiliatura comunale e di città metropolitana che non possono essere elemento di condivisione per USB.
Su tutto la gestione delle crisi di ANM e CTP, fin troppo spesso caratterizzata da posizioni ambigue e poco chiare che fanno emergere tutte le contraddizioni di un programma politico inevitabilmente sottomesso alle logiche dei dettami imposti da UE, Governi e Regione, dimostrando, nei fatti, che la proposta politica alternativa si costruisce in modo diverso ed a livello più generale ed ampio piuttosto che sul piano locale.
Ma non possiamo dimenticare la questione Napoletana Gas, la proposta di vendita delle quote GESAC, la questione Napoli Sociale che, se da un lato ha visto USB grande protagonista per l'andamento complessivo della vicenda aziendale, dall'altro bisogna dirsi anche che si è raggiunta una posizione di ripiego e non nelle logiche politiche che si sperava, in ultimo la netta contrarietà espressa contro le politiche di bilancio del Comune di Napoli.
Nell'area metropolitana, sono di queste ore le alleanze delineate con il PD che hanno il sapore del compromesso teso a salvaguardare la sopravvivenza del Consiglio Metropolitano e che getta ombre ancora più forti sull'operato futuro in questo ambito, dove assume particolare importanza tutta la partita del TPL ed i lotti di gara presentati a fine 2016 per la sola rilevanza fondamentale che il trasporto pubblico locale rappresenta, ma non possiamo dimenticare la vertenza metropolitana che vede oggetto della sua rivendicazione l'avanzo libero di Città Metropolitana di circa 590 milioni di €, rivendicazione che non ha ricevuto ancora risposte che siano soddisfacenti come l'utilizzo per alcune finalità specifiche come scuola, reddito minimo e trasporto locale anche sforando il pareggio di bilancio utilizzando i recenti orientamenti che consentono tale operazione per garantire i diritti costituzionali garantiti.
In definitiva riteniamo che se l’amministrazione De Magistris vuole, per davvero, sottrarsi alla tagliola delle politiche di macelleria sociale essa debba – con più incisività – lavorare per costruire quella mobilitazione politica, sociale e sindacale che entri in rotta di collisione con il governo e con le sue politiche economiche e sociali.
Avremmo preferito meno dichiarazioni altisonanti e maggior stimolo verso la costruzione di una Vertenza Generale contro il governo. Certo ci rendiamo conto dei sfavorevoli rapporti di forza che si sono consolidati nel tempo ma abbiamo il fondato sospetto che – consapevolmente o inconsapevolmente – al Comune di Napoli come nella Città Metropolitana l’amministrazione De Magistris sia collocata su un pericolo piano inclinato.
I prossimi mesi saranno sicuramente un banco di prova che come USB affronteremo con l’autonomia e l’indipendenza che caratterizza la nostra linea di condotta.
Conclusioni
Per tracciare una linea comune che sia nel solco dei progetti di USB, che sappia dare risposte adeguate al momento, riprendiamo e facciamo nostre le conclusioni del documento USB LP, con il richiamo forte e deciso a quanto si è esposto nella prima parte della presente relazione.
Risulta evidente, infatti, che se ci soffermassimo sulle peculiarità di questa o quell'altra categoria, se badiamo al rinnovo del contratto di secondo livello di un industria, piuttosto che al piano industriale di una partecipata, la nostra sfida è persa in partenza; questo non deve volere dire abbandonare la vertenzialità aziendale, piuttosto avere le capacità di seguire quest'ultima, ma senza mai perdere la rotta principale dell'obiettivo politico e sindacale di ricomposizione rappresentato dall'identificazione in un’ unica classe sociale.
Solo in questo modo riusciremo a tenere testa alla potente offensiva padronale, governativa e dei burocrati dell’Unione Europea.
Infine, come spunto di riflessione - che meglio affronteremo al congresso confederale regionale e nazionale - dobbiamo lavorare sulla evidente crisi dei sindacati collaborazionisti.
Da tempo la FIOM di Landini e comunque l'area interna alla CGIL che faceva riferimento ad essa ha smesso di essere quella positiva anomalia che aveva affascinato migliaia di lavoratori e delegati onesti che speravano in un affermarsi di una concezione di conflitto e di lotta. I compagni e i lavoratori che dall’anno scorso in poi sono iniziati ad arrivare ad USB sono un sintomo che esistono le possibilità concrete di allargare all’intero mondo del lavoro la nostra Organizzazione che sempre più deve indirizzarsi verso la costruzione del Sindacato di Classe, modernamente confederale e capace di agire a tutto tondo sull’intera filiera dello sfruttamento nei posti di lavoro, nei territori e nell’intera società.
Napoli 08/04/2017