Agropoli, il 18 in piazza anche i parroci
Appello accorato dei parroci per salvare l'ospedale di Agropoli
Pubblichiamo la lettera che i parroci di Agropoli e dei gruppi parrocchiali, hanno inviato ai loro fedeli, in occasione della manifestazione cittadina in difesa dell'ospedale di Agropoli, che soffre la mancanza di personale e non può garantire l'assistenza ai cittadini, indetta dalla R.d.B./CUB, per il giorno 18 luglio alle ore 18, in concomitanza con lo sciopero proclamato del personale dipendente dell'ospedale di Agropoli.
Cari fedeli, cari cittadini,
purtroppo ancora una volta dobbiamo fare appello al vostro senso civico e alla vostra
sensibilità. A dicembre, grazie alla vostra partecipazione, si impedì il declassamento dell'ospedale
civile di Agropoli. Ora ci dobbiamo mobilitare nuovamente per scongiurare che nuovi ostacoli portino
alla morte di questo preziosissimo bene comune, di questa struttura importantissima, che serve a
curare e salvare vite umane e che quindi va difeso con determinazione.
Impediamo che questo territorio venga ulteriormente defraudato di una risorsa preziosissimo a
servizio di un bacino di utenza di oltre 70.000 persone, che durante il periodo estivo diventano oltre
300.000.
Scongiurato il rischio declassamento, siamo ora di fronte a carenze di organico di tutti i profili
professionali -medici, infermieri, tecnici e personale ausiliario- tali da mettere a rischio i livelli
minimi di assistenza e da costringere a far ricorso a costosissime (per noi tutti contribuenti) consulenze esterne. pensate che un infermiere che viene dall'esterno prende ogni dodici ore di servizio 240 euro.
mentre un dottore che viene dall'esterno prende ogni dodici ore di servizio circa 700 euro. E' uno
sperpero di denaro pubblico, tuttavia non si assume personale, riempiendo in tal modo le tasche dei
collaboratori esterni che, magari, arrivano già stanchi dai turni di servizio effettuati presso gli ospedali
dove lavorano. Ciò comporta riduzione delle prestazioni e della qualità dell'assistenza con rischi per le
persone ammalate e ritardi insopportabili nelle liste d'attesa.
il direttore generale dell’ASL sostiene che i soldi per assumere nuovo personale ci sono, ma
non può assumere perché vincolato dalla regione (mentre si possono sperperare i soldi per le
consulenze esterne). Assurde logiche politiche di accordi regionali prevalgono sui diritti e sulle
esigenze fondamentali dei cittadini, a cui servizio dovrebbe essere la politica (si fa per dire), tra cui il
diritto alla salute e alle cure in caso di malattia (cfr. art. 32 della Costituzione e art- 25 della
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo).
L'assessorato alla Sanità regionale (di cui è titolare un potente signore che ha portato a un
passivo pesantissimo I'ASL napoletana e per ironia della sorte o meglio per indecenti giochi politici,
per premio è stato fatto assessore, affinché ne possa risentire negativamente tutta la sanità regionale) è sordo alle nostre legittime richieste, per cui dobbiamo far sentire più forte la nostra voce, avendo
fiducia in tal modo di essere ascoltati, come già è accaduto a dicembre, per evitare che l'ennesima
ingiustizia venga perpetrata a danno di questo territorio e dei suoi abitanti e turisti. ;
Di questo stato di cose, Come sempre a farne le spese (oltre al personale)'sono proprio gli
ammalati. Facciamo sentire loro la nostra solidarietà e il nostro pieno sostegno, affinché possano fare affidamento su Istituzioni (ospedaliere) con personale qualificato. Questa speranza di persone che soffrono nel corpo e nello spirito non va delusa. Uniamoci a tutti coloro che devono e vogliono far udire la propria voce contro ingiustizie e a difesa di un bene così prezioso. Usciamo dal silenzio (e dall'indiffererza). Ci impone di parlare (e di agire) la nostra coscienza umana, civile e ancor più cristiana. Infatti una fede che tace nei-confronti dei problemi della vita è una fede morta. Un unico movimento ci deve portare verso Cristo, ma anche verso le altre persone. La nostra fede ci impedisce di chiuderci nel particulare delle nostre parrocchie; essa richiede che ci facciamo carico delle persone, della loro dignità, della loro libertà, delle loro sofferenze, dei loro diritti fondamentali. Dove c'è un popolo di Di, attivo e responsabile, una chiesa viva, una fede viva, ossia vissuta, gli uomini sono più rispettati e la società è piu umana. Pensare bene e realmente a noi stessi significa pensare anche a tutti gli altri e pensare agli altri significa pensare veramente e bene anche a noi stessi. Cari fedeli e cittadini Agropolesi, lasciamo per due ore i nostri impegni (chiudiamo i negozi, sospendiamo il lavoro, ritorniamo dal mare, interrompiamo le altre faccende) e interessi personali per impegnarci ed interessarci di un bene comune, l'ospedale, che è di tutti e di ciascuno- Difendiamo un diritto di tutti, un bene comune. Difendiamo la nostra salute.
Fiduciosi vi aspettiamo alla manifestazione/mobilitazione del 18 luglio 2007 alle ore 18 in Piazza della Repubblica, da dove prenderà avvio il corteo per l’ospedale civile di Agropoli.
I parroci di Agropoli e i gruppi parrocchiali:
Azione Cattolica, Agisci - Scout, Caritas, Centro di Aiuto alla Vita, Comunione e Liberazione,
Gruppo Divina Misericordia, Gruppo Missionario, lvlovimento dei Focolari, Oratorio Padre Giacomo Selvi, funnovamento nello Spirito, Unitalsi.