APPELLO ALL'UNITA' PER UNA LOTTA COMUNE
PER IL DIRITTO E LA TUTELA DEL BENE SALUTE COLLETTIVO
In seguito all’increscioso episodio avvenuto nella parrocchia di don Patricello di Caivano, in occasione dell’incontro tra alcuni soggetti del movimento e il Presidente della Regione Caldoro, tutti i soggetti interessati, si sono affrettati a dichiarare pubblicamente di volere l’unità.
La USB, nel cogliere questo segnale, rivolge a tutti i comitati che compongono il grande movimento che ha dato vita alla manifestazione del 16 novembre e che da mesi sta esprimendo un altissimo livello di mobilitazione e conflittualità, contro i responsabili del disastro ambientale nel nostro territorio, un appello non paternalistico ma politico, (perché occorre precisare che quanto è accaduto, non è una questione formale di offese verbali o persone incappucciate ma una questione politica, che ha visto il massimo responsabile istituzionale locale, espressione di una volontà politica contrapposta alle posizioni del movimento, come la delibera dell’inceneritore di Giugliano, organizzare un incontro con una parte del movimento da lui scelta,) un appello che mira ad analizzare le cause che hanno provocato l’episodio di Caivano, rimuoverle e fare in modo che, se non c’è mala fede in nessuno, si avvii un progetto non più solo a parole, di unità vera e duratura di tutto il movimento.
La natura del sindacato di base conflittuale, ha costretto la USB da sempre a confrontarsi con il problema politico dell’unità con altre organizzazioni, facendogli acquisire un esperienza e conoscenza trentennale su tale punto, una conoscenza che si vuole proporre al movimento, come contributo alla riflessione e alla realizzazione di quella unità invocata da tutti.
L’unità non si realizza per convenienza o opportunità, per realizzarla non è sufficiente invocarla sulla base di generici e generali punti convergenti momentanei o su emergenze particolari ed eccezionali, quelli sono comitati di lotta, fronti, coordinamenti, ecc.
l’unità è un'altra cosa e per realizzarla occorre un confronto leale tra le parti, su punti fondamentali e sui fini delle battaglie, questo nel movimento non è avvenuto, sempre per causa dell’emergenza che ha costretti tutti a lavorare per portare la gente in piazza sui problemi che li avevano spaventati.
La manifestazione del 16 novembre deve considerarsi il punto massimo di questa fase, ma deve anche diventare un punto di svolta per affrontare questi problemi, necessari a far sopravvivere e rafforzare il movimento che altrimenti, rischia di morire di stanchezza o per lacerazioni.
I punti da affrontare e definire in una eventuale assemblea costituente da indire in tempi brevi sono:
1) quelli che dal primo momento, anche se non esplosi per opportunità, hanno diviso il movimento, come la delibera sull’inceneritore di Giugliano, la militarizzazione del territorio, il rapporto con le istituzioni, la carenza di confronto democratico, la mancanza di una rappresentanza di tutto il movimento;
2) un approfondimento sulle cause, non affrontate fino ad ora, sempre per causa dell’emergenza. Occorre andare oltre gli effetti, (inquinamento dei territori, bonifiche, spegnimento dei fuochi, ecc.) e confrontarsi sulle cause e sulle responsabilità, questo consentirà di confrontarsi sul perché è successo tutto questo, chi sono i responsabili, qual è la reale dimensione ed estensione sociale, politica e geografica del problema e verificare i punti convergenti tra le varie e diverse anime del movimento.
Un confronto aperto e chiaro su tali temi, darà a tutti la possibilità di stabilire; perché è successo, chi sono i responsabili, dove questi sono ubicati, dopo di che, sarà possibile stilare un documento politico e di lotta, definendo obiettivi, strategia e metodi, quello sarà il manifesto del movimento e ne farà parte chi lo sottoscriverà. In quel momento si sarà sancita l’unità del movimento.
Unione Sindacale di Base
Napoli, dicembre 2013