CCDI del Comune di Napoli: un malato non si salva con i cerotti

Napoli -

Nelle scorse settimane è stato sottoscritto il Contratto Collettivo Decentrato Integrativo di parte economica del Comune di Napoli. Pur riconoscendo che l’accordo introduce alcuni incrementi attraverso un modesto aumento delle indennità legate a mansioni svolte in condizioni di disagio, come Unione Sindacale di Base riteniamo che il risultato complessivo sia largamente insufficiente e non risponda ai reali bisogni delle lavoratrici e dei lavoratori. Per queste ragioni, non abbiamo ritenuto che vi fossero le condizioni per sottoscrivere il contratto.

Le indennità non rappresentano un privilegio né un regalo: sono il minimo riconoscimento per condizioni di lavoro spesso difficili, gravose e stressanti. Gli importi previsti, tuttavia, non sono adeguati al livello di disagio effettivamente vissuto dal personale e non compensano né i carichi di lavoro né le responsabilità crescenti che vengono scaricate sui dipendenti comunali.

Una parte consistente del personale resta inoltre esclusa dalla platea dei beneficiari: colleghi e colleghe che costituiscono l’ossatura dell’ente, che continuano a far fronte a un aumento costante dei carichi di lavoro, alla carenza cronica di organico e a una crescente complessità delle procedure, senza vedere un adeguato riconoscimento economico del proprio impegno.

Questa situazione si inserisce in una condizione strutturalmente critica del Comune di Napoli, che da anni opera con risorse limitate, organici ridotti e una pressione sempre maggiore sui servizi. Pur riconoscendo i vincoli stringenti di bilancio, frutto delle passate gestioni e scelte politiche, rileviamo tutt’oggi la mancanza di un’assunzione di responsabilità politica da parte dell’ente, che vada nella direzione di una diversa e più equa redistribuzione delle risorse, tale da incidere concretamente sulle condizioni salariali e di lavoro dei dipendenti dell’ente.

A ciò si aggiunge il quadro generale del Comparto degli Enti Locali, segnato dagli stipendi più bassi della pubblica amministrazione e da scarse prospettive. Una situazione che sta determinando una vera e propria fuga di lavoratori e lavoratrici, in particolare tra i neoassunti, aggravando ulteriormente il carico di lavoro su chi resta, in un circolo vizioso che peggiora le condizioni di tutti.

In questo contesto, anche la pre-intesa sul Contratto Collettivo Nazionale 2022–2024 delle Funzioni Locali, firmata da CISL, CSA e UIL, non apporterà alcun reale miglioramento economico. Gli aumenti previsti sono del tutto inadeguati rispetto all’aumento del costo della vita e si traducono, nei fatti, in un’ulteriore perdita di potere d’acquisto per le lavoratrici e i lavoratori degli enti locali.

A completare questo quadro già critico vi è una legge di bilancio che colpisce ancora una volta le lavoratrici e i lavoratori di questo Paese: una vera e propria finanziaria di guerra, contro la quale abbiamo scioperato e siamo scesi in piazza il 28 e il 29 novembre. Una manovra che non investe sul rafforzamento della pubblica amministrazione, ma continua a scaricare i costi della crisi su chi lavora.

Per queste ragioni, come Unione Sindacale di Base, siamo e continuiamo a batterci per un cambio di rotta radicale, oggi più che mai necessario, che parta da un pieno riconoscimento economico e professionale di tutto il personale, dalla stabilizzazione di chi è assunto a tempo determinato e da nuove assunzioni. Senza questi elementi, accordi come quello sottoscritto qualche settimana fa restano insufficienti e lontani dalle esigenze concrete delle lavoratrici e dei lavoratori.

Usb Pubblico Impiego Comune di Napoli