CHIEDIAMO TRASPARENZA SUL "PROGETTO VALORE P.A."
GESTIONE RESPONSABILE DEL CONFLITTO O IRRESPONSABILE CONFLITTO DI GESTIONE?
L’iniziativa formativa “Progetto Valore P.A.” rivolta ai dipendenti della Pubblica Amministrazione, finanziata dall’Inps attraverso la totale copertura del costo dei corsi, a cui, su disposizione della Direzione Centrale Vigilanza, hanno aderito gli Ispettorati Interregionali del Lavoro, suscita, a nostro avviso, non poche perplessità per le modalità di conduzione e gestione da parte dell’ INL.
Premettiamo che nel mese di maggio 2017 gli Ispettorati Interregionali del lavoro interessati, su disposizione della Direzione Centrale, hanno presentato la propria adesione all’iniziativa formativa, scegliendo come tematica di interesse la “gestione dei conflitti” ed indicando la rosa dei dipendenti prescelti, i quali, accedendo, dal 7 al 17 novembre c.a., alla piattaforma INPS, nell’area riservata, con il proprio Pin dispositivo, dovrebbero esprimere liberamente le proprie preferenze ai corsi proposti dalle diverse Università nell’area tematica per cui sono stati proposti (gestione dei conflitti), indicando quelli di maggior gradimento.
Tutto chiaro se non fosse che la Direzione centrale Vigilanza, Affari legali e Contenzioso dell’INL, con nota recente a firma della dott.ssa Fabrizi raccomandasse, al fine di una formazione omogenea, agli ispettori del lavoro, designati dagli Ispettorati Interregionali, di scegliere come prima o sola preferenza il corso tenuto dalla John Cabot University di Roma, in collaborazione con la Elidea Psicologi Associati.
Conseguenza di detto “irrituale” condizionamento sarà, come accaduto anche l’anno scorso nella precedente iniziativa formativa INPS valore P.A. 2016, che molto probabilmente solo i corsi organizzati da detta Università, in partnership con la Elidea psicologi associati di Roma, sulla “gestione responsabile e produttiva del conflitto in ambito ispettivo”, si attiveranno, a discapito dei corsi proposti dagli altri Atenei, ricevendo un numero di preferenze tale da consentirne l’attivazione (da un minimo di 20 ad un massimo di 50), preferenze provenienti, in gran parte dai “forzati” ispettori del lavoro degli Ispettorati Territoriali del Lavoro.
Una domanda, però, sorge spontanea: è possibile che una P.A. possa sostenere così tanto un corso proposto da una Università, in collaborazione con un soggetto privato (Elidea psicologi associati), anziché un altro, procurandole indirettamente un cospicuo vantaggio in termini economici (per ogni dipendente coinvolto l’Inps corrisponderà Euro 863,00), atteso che anche le proposte formative formulate dalle altre Università dovrebbero essere idonee avendo superato l’esame delle competente Direzioni Regionali o Direzioni Metropolitane INPS che hanno selezionato i loro progetti?
E’ possibile condizionare la libertà di scelta dei propri dipendenti?
E’ possibile per una P.A. prescindere dai principi costituzionali di non discriminazione, parità di trattamento e decidere indirettamente il corso da attivare, quando, invece, l’individuazione dei corsi da azionare deve avvenire solo sulla base delle libere scelte formulate dei dipendenti potenziali partecipanti ai corsi, come da relativo bando INPS, atteso che tutti i corsi pubblicati sono stati approvati?
Non è l’Inps a dover “istruire e selezionare” le proposte formative e non le Amministrazioni aderenti (INL)?
Per non dire, poi, che sempre su disposizione della Direzione centrale Vigilanza ciascuna DIL del capoluogo di Regione aderente all’iniziativa deve anche mettere a disposizione le aule per la formazione presso la propria sede, a cui parteciperanno non solo i propri dipendenti ispettori del lavoro ma anche i dipendenti individuati da altre Amministrazioni come partecipanti (per esempio ASL, enti locali etc), evitando così che il soggetto proponente il corso debba sostenere i costi per la sede.
E’, a nostro avviso, necessario che chi di competenza dia una risposta puntuale a queste lecite domande.
Qualche dubbio di natura “ideologica” comunque ci assale: il corso sulla gestione dei conflitti nella P.A. a cosa è davvero finalizzato, oltre al dispendio di denaro? Sospettiamo che l’interesse precipuo, indipendentemente da chi tiene i corsi, sia quello di pacificare le situazioni “scabrose” per l’Amministrazione, in parole più chiare evitare che il conflitto che potenzialmente potrebbe nascere (e spesso nasce) non tanto per sciocche liti tra dipendenti quanto per ingiustizie e soprusi patiti dalla parte più debole, il lavoratore, nei confronti del superiore gerarchico, venga azzerato senza conseguenze. Del resto indipendentemente da chi governa il paese, ci sembra che, più in generale, la “gestione del conflitto” continui ad avere come orizzonte la visione dell’ex ministro del lavoro Sacconi sul futuro del modello sociale del paese, visione così ben rappresentata nel suo Libro Bianco dal significativo titolo: “La vita buona nella società attiva”.
Ebbene noi invece crediamo che non vi è progresso senza conflitto.
Roma, 24 novembre USB Coordinamento nazionale PI