CISL Campania verso il commissariamento, unico soggetto credibile sul territorio è l'Unione Sindacale di Base
E' stata sfiduciata la gestione della CISL Campania e con essa la segreteria regionale, ieri un articolo del Mattino di Napoli sottolinea l'evento, ripercorrendo anche una breve cronistoria degli ultimi mesi del sindacato confederale in Campania il quale ha visto, rapidamente e per le stesse sostanziali motivazioni di sfiducia, il cambiamento ai vertici delle altre due sigle confederali, CGIL e UIL.
Cambiamenti che non hanno portato nessun beneficio pratico sulle vertenzialità regionali, ultima in ordine di tempo la vicenda Almaviva, ma l'elenco si potrebbe allungare; chiaro che la crisi del sindacato confederale è una crisi non solo di rappresentanza, ma anche del modo di gestire le vertenze più calde, dell'assenza dai luoghi di lavoro e dai gangli della classe operaia, corrispondenti a quelli dell'economia del paese (vedi vicenda GLS) e dalla galoppante perdita di terreno e credibilità nei posti di lavoro e tra i lavoratori.
Ma su tutto emerge la contraddizione massima che è rappresentata dalla progressiva perdita di diritti ,dignità e salario avvenuta negli anni e concertata ai tavoli dal sindacalismo confederale locale e nazionale, sia con istituzioni pubbliche a tutti i livelli, sia con i datori di lavoro privato delle imprese di tutte le dimensioni, dalle più piccole , fino ad arrivare ai grossi gruppi industriali o fornitori di servizi, tanto da non fornire più spazi di manovra per la stessa concertazione, sistema tanto osannato da CGIL-CISL-UIL e da tutto il sindacalismo che segue a ruota.
Era chiaro che, prima o poi, questa contraddizione doveva scoppiare; chiaro che la credibilità di queste sigle sindacali si auto-erode giorno giorno, in misura direttamente proporzionale alla loro incapacità nel sapere fornire risposte alla classe dei lavoratori, nel tenere insieme le vertenze e nel costruire momenti di lotta, pratiche dalle quali si sono allontanati da moltissimi decenni.
Non a caso, molte delle realtà in crisi in Campania, si sono avvicinate ed hanno aderito ad USB e chi non lo ha fatto, guarda ad USB come la vera alternativa possibile per far rinascere le lotte nel mondo del lavoro, stessa cosa che, per altro, accade in molti territori del paese.
Il 21 ottobre USB, insieme ad altre sigle del sindacalismo di base, ha indetto lo sciopero generale contro le politiche del governo Renzi e contro la riforma costituzionale, il 22 ottobre si terrà a Roma una grande manifestazione nazionale per rivendicare le motivazioni dello sciopero ma sopratutto il No al referendum costituzionale, in questa prospettiva l'Unione Sindacale di Base mira ad essere il soggetto aggregante di tutti quei soggetti sfruttati, come i migranti, i precari, i braccianti, i facchini delle multinazionali delle spedizioni, ma anche delle lavoratrici e lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che vedono in USB una possibilità di rivincita e di riconquista dei diritti persi, pratica da attuarsi con il conflitto e la lotta.
I commissariamenti delle federazioni Campane dei confederali e la situazione altrettanto complicata delle altre sigle concertative presenti sul territorio sono il frutto di anni di insuccessi che non possono più giustificare una permanenza al loro interno!
Il 21 ottobre sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private, aderisci ad USB Campania, dai forza al sindacato che serve!
USB Federazione Campania