CLIMA DI TERRORE IN TRENITALIA
IMPOSTO AI DIPENDENTI IL SILENZIO STAMPA
"Buongiorno,si ricorda che non è consentito rilasciare interviste. In caso di domande da parte di giornalisti, invitateli a rivolgersi all'addetto stampa sig.Granato della Direzione Regionale Campana"
Questo è il testo di un SMS giunto ieri, guarda caso in concomitanza con lo sciopero generale indetto da USB, sui telefoni di servizio dei ferrovieri della Campania.
L'intento di intimorire i lavoratori affinchè non si rilasciassero dichiarazioni attinenti allo sciopero è fin troppo chiaro, ma, a nostro avviso, si va ben oltre; infatti per come è stato scritto, si intuisce che il messaggio è volutamente ambiguo, tanto da far pensare a chi lo legge che anche durante lo sciopero, fuori dai luoghi di lavoro, durante lo sfilare all'interno del bellissimo corteo di ieri a Napoli, la cosa migliore sarebbe stata delquella di non rilasciare nessuna dichiarazione a qualsivoglia giornalista si sarebbe avvicinato.
Premettendo che non siamo d'accordo con il concetto in se, crediamo, infatti, che l'informazione sullo sciopero, le eventuali percentuali di adesioni e le motivazioni dello stesso, dovevano essere divulgate il più possibile, ma il tono del SMS la dice lunga sul clima che si respira all'interno di una delle più grandi aziende italiane, Trenitalia.
In maniera subdola ed autoritaria si impongono censura e repressione, comprimendo addirittura la libertà di espressione del singolo lavoratore al di fuori del posto di lavoro!
Si umilia la Costituzione e lo Statuto dei Lavoratori facendo leva anche sugli esempi del passato, partendo da Dante De Angelis, licenziato per aver denunciato i difetti di costruzione degli Eurostar, per finire con Ilario e Valentino, gli autisti di Roma licenziati qualche settimana fa per aver detto la verità sulle condizioni del TPL della capitale.
La cappa di censura che scende è fin troppo pesante per sopportarla, la verità fa male ai troppi burattinai, i quali non vogliono assolutamente essere disturbati nella loro opera.
Dalle nostre parti questo si chiama fascismo e rafforza ancora di più le motivazioni che ieri hanno portato tante lavoratrici e lavoratori a scendere nelle strade delle città italiane per protestare contro chi smantella sicurezze e diritti dei lavoratori attraverso il "Jobs act" e tutti gli altri provvedimenti in discussione che interessano la classe dei lavoratori.
Per questo esprimiamo la nostra piena solidarietà ed il totale appoggio ai ferrovieri campani.
Napoli 25/10/2014
Per USB Lavoro Privato Campania
Comparto Trasporti
Antonio Mazzella