Commissariata la Sanità in Campania

Il commissariamento della sanità Campana, non è un atto tecnico mirante a risanare una situazione disastrosa

Napoli -

dopo la sostituzione dell’Assessore Regionale e la nomina dei commissari straordinari al posto dei direttori generali da parte di Bassolino, arriva il commissariamento della Sanità della Regione Campania da parte del governo Berlusconi

Non sono bastati gli accorpamenti delle ASL, la riduzione del loro numero, la chiusura e la riconversione di decine di ospedali, la riduzione drastica di posti letto e servizi vari, la riduzione di personale e i tagli alla spesa sanitaria e del personale che hanno ulteriormente peggiorato una situazione che vede la sanità Campana e del meridione in generale, al di sotto dei parametri Nazionali per qualità e quantità. 

Una arretratezza storica della sanità pubblica in Campania, causata dalla politica delle lottizzazioni, delle clientele e dei saccheggi delle risorse pubbliche a favore degli interessi dei partiti politici di maggioranza e di opposizione, che da decenni governano la Regione e costringono i cittadini a recarsi nelle Regioni del Nord per ricevere un assistenza negata nelle loro Regioni.  

Un flusso migratorio che fa aumentare le entrate delle strutture sanitarie del Nord già  avvantaggiate e fa peggiorare sempre più i conti della sanità  meridionale costretta a pagare le cure dei propri cittadini alle Regioni del Nord. 

Un circolo vizioso aggravato da un federalismo politico e di fatto, dal momento che il paese è governato da forze politiche che hanno basato i loro programmi sugli egoismi campanilistici, antimeridionali e razzisti. 

Il commissariamento della Sanità Campana va letto all’interno di una più ampia visuale che vede tagliare i fondi alle Università Meridionali, vede bloccare i fondi FAS ( fondi per le aree sottosviluppate) vede tagliare i fondi in tutti i settori e servizi pubblici del meridione e vede utilizzare l’istituto del “commissariamento” non per risanare, ma come strumento politico per sostituire a proprio vantaggio dirigenti pubblici in posti chiave, speculando strumentalmente sulla cattiva amministrazione e sugli sprechi delle risorse pubbliche. 

Il commissariamento della sanità Campana, non è un atto tecnico mirante a risanare una situazione disastrosa, ma una scelta politica opportunistica, in linea con la politica antimeridionalista della componente governativa della Lega e con la politica di smantellamento prima e privatizzazione poi, dei servizi pubblici ed in primis della sanità, portata avanti dal governo degli imprenditori, attraverso i suoi ministri d’assalto Brunetta, Sacconi e Tremonti. 

Quale destino sarà deciso per la sanità Campana, se privatizzarla o continuare a utilizzarla per estorcere consensi, sarà deciso successivamente. Quello che è certo, e che in nessun caso,  cittadini e operatori vedranno alcun miglioramento delle loro condizioni, anzi peggioreranno quelle degli uni e degli altri, incominciando dal fatto che per risanare il deficit della sanità, si vedranno ancora una volta, aumentare le imposte locali, che sono già le più alte d’Italia.  

Mentre nessun segnale di discontinuità si intravede, affiorano segnali inconfutabili di continuità, come quello di non affrontare il problema delle responsabilità politiche del disastro esistente e quello dell’adeguamento della sanità Campana  al resto del paese. Un modo per assicurarsi una assoluzione a futura memoria.