IL RE E' NUDO!

Napoli -

Sulle pagine di ieri de il Mattino appariva l’allarme notizia del buco di 100 milioni di Euro in capo all’Istituto Autonomo Case Popolare. Non ci sorprendiamo di nulla visto che da tempo denunciamo l’operazione di strisciante privatizzazione e mancato finanziamento pubblico che accompagna la nascita della nuova Agenzia Campana di Edilizia Residenziale fino all’odierna previsione di messa in liquidazione degli IACP.

 

L’ACER nasce formalmente come ente strumentale della Regione Campania, ereditando tutti i rapporti attivi e passivi in capo ai rispettivi IACP presenti sul territorio regionale.

Una gestione che già si preannuncia per il 2019 irreversibilmente appesantita da un netto disavanzo primario, come segnalato dal Mattino, con cui si chiudono i bilanci e i rendiconti degli IACP delle 5 province campane.

 

Una massa di residui attivi per “alto tasso di morosità” dovuto ad utenze indigente, la cui previsione nel FCDE (Fondo crediti di dubbia esigibilità) è del valore di 100 milioni di euro.

Il processo di incorporazione nell’ACER rischia, dunque, di produrre un primo effetto di trascinamento sul già gravato bilancio regionale, e si appalesa da subito come non compatibile con il vincolo dell’equilibrio finanziario introdotto dal pareggio di bilancio.

Sono queste le motivazioni che si leggono nella relazione illustrativa che accompagna l’emendamento integrativo all’art. 3, comma 4, lettera a, della L.R. n.1/2016 di riordino degli IACP ed istitutiva dell’ACER, oggi in discussione presso la competente commissione regionale consiliare.

Si tratta di cinque punti normativi che ridisegnano smantellando il sistema pubblico di edilizia residenziale, con la separazione e l’affidamento alla società regionale S.A.P.S. della gestione e messa in liquidazione degli Istituti, mentre l’attuale patrimonio di edilizia pubblica viene conferito alla nuova Agenzia che potrà avvalersi di un concessionario per la riscossione in forma ordinaria e coattiva dei crediti.

Un innesco pericoloso con la proliferazione dei centri decisionali e di potere che segue ad anni di commissariamento e di assenza delle politiche abitative e di rilancio dell’intervento pubblico nell’edilizia residenziale della nostra regione.

 

Un’operazione il cui conto salato sarà l’aumento dei canoni di locazione e degli sfratti per le fasce più deboli della popolazione regionale, e non un miglioramento del servizio come vuole far passare il neoassessore regionale Bruno Discepolo.

 

Una risposta sbagliata alla cronica emergenza abitativa che contrasteremo con ogni mezzo per far vincere ed affermare la giusta rivendicazione al diritto alla casa e all’abitare per tutti.