La Cassazione boccia Sita Sud: reintegrati i lavoratori licenziati
La Corte di Cassazione mette la parola fine alla vicenda dei 9 lavoratori licenziati dalla Sita Sud nel 2016, ordinandone il reintegro immediato. La società aveva incaricato un’agenzia investigativa di controllare i dipendenti fruitori dei permessi della L.104, cui seguì la decisione di licenziare i lavoratori con l'accusa di aver fruito illegittimamente dei permessi.
L’Unione Sindacale di Base e gli avvocati Veronica Pichilli e Gianquirino Cantalupo hanno preso in carico la tutela giudiziaria e sindacale di due dei nove licenziati. Dopo tre anni di battaglia giudiziaria, nella quale il Tribunale di Salerno in primo grado già dichiarava l’illegittimità dei licenziamenti e la Corte di Appello di Salerno ne ordinava l’immediata reintegrazione, anche la Corte di Cassazione il 22 ottobre 2019 ha rigettato i ricorsi proposti da Sita Sud definitivamente reintegrando i lavoratori illegittimamente licenziati.
USB, pur dichiarando la propria soddisfazione, non sottacciono però che tale vicenda non solo ha coinvolto ben nove lavoratori molti dei quali oggi sono privi del posto di lavoro, ma che i reintegrati comunque hanno dovuto subire una gogna mediatica essendo stati accusati anche pubblicamente da Sita Sud di aver abusato, a danno delle persone invalide, del diritto di assisterle. Infatti già da subito l’azienda ha non solo reso noto di aver proceduto ad indagare le persone beneficiarie dei permessi ma ha reso noto l’esito ed il provvedimento espulsivo effettuato sulla scorta delle indagini investigative.
L’intera vicenda, sottolineano gli avvocati, ha determinato solo un clima di paura tra i lavoratori che assistevano i disabili e che proprio questi ultimi hanno subito gli effetti deleteri di un’interpretazione limitativa della legge che, invece, secondo la Cassazione successiva alla modifica apportata dall'art. 24 della legge n. 183 del 2010 che ha eliminato i requisiti della "continuità ed esclusività" dell’assistenza, va interpretata in senso molto più elastico e meno restrittivo. D’altra parte l’assistenza che un lavoratore fornisce al proprio parente disabile non è limitata solo al periodo di fruizione dei permessi ma si svolge anche in quei giorni durante i quali lo stesso lavoratore fornisce la prestazione lavorativa pur facendosi carico delle necessità del disabile.
USB dichiara che vicende come questa, che hanno visto coinvolti numerosi lavoratori i quali nella migliore delle ipotesi hanno dovuto per anni difendersi da accuse infondate nelle sedi giudiziarie e sociali, non giovano né ai disabili in situazione di gravità, né ai congiunti, né ai lavoratori ma neanche all’azienda.
USB - Unione Sindacale di Base - Federazione Provinciale di Salerno