LETTERA APERTA AL SINDACO ED ALLA CITTÀ DI ROCCAPIEMONTE
NON CEDEREMO FINCHÉ NON SARANNO GARANTITI I DIRITTI AI DISABILI E GIOVANNI NON TORNERÀ TRA I SUOI COLLEGHI.
I lavoratori del gruppo Silba ed, in particolare, il personale di Villa Silvia hanno intrapreso un confronto molto duro con la proprietà per affermare il diritto a condizioni di assistenza adeguata ai disabili assistiti nelle strutture.
L'impegno dei lavoratori ha riguardato il raggiungimento di standard qualitativi nell'erogazione del servizio di assistenza perché il disabile non nasce figlio di un Dio minore, ma ha i medesimi diritti dei cittadini più fortunati.
L'impegno della USB , inoltre, ha riguardato la migliore efficienza ed organizzazione dei servizi per contribuire ad un progetto che renda le strutture veri e propri centri di eccellenza come merita l'utenza, la tradizione dell'azienda e la qualità del personale impegnato.
Negli ultimi anni, infatti, si è determinato uno scadimento delle condizioni generali di organizzazione e di lavoro che non poteva più essere tollerato per coloro che oltre che al lavoro materiale offrono un impegno etico e morale di assistenza ai più disagiati.
Sollecitati dalla USB , che è l'organizzazione di base dei lavoratori, gli enti sul territorio sembravano avere dimostrato grande sensibilità al problema, tanto è vero che fu convocato un consiglio comunale monotematico per discutere delle problematiche del Gruppo Silba che è, tra l'altro, la più grande impresa del territorio occupando circa 300 addetti .
Fu proposto un tavolo tecnico dall'amministrazione comunale che fu definito "Tavolo della pace" ed i lavoratori, non solo non si sottrassero a questa ipotesi virtuosa di confronto, ma rappresentarono in Consiglio Comunale le problematiche che indirettamente finivano per danneggiare i disabili, nonché quelle relative all'organizzazione del lavoro alla quale si aggiunge il ritardo sistematico nel pagamento delle retribuzioni e la violazione dei contratti di solidarietà imposti al personale.
Come sempre la politica , ed in particolare il Sindaco della nostra città, che sembrava aver compreso la delicatezza della problematica e l'urgenza di interventi adeguati hanno fatto cadere l'iniziativa disinteressandosi alla utilità di un intervento in favore delle fasce più deboli ed al destino dei lavoratori.
Forte di questo indiretto sostegno gli amministratori del Gruppo Silba hanno iniziato una politica repressiva che ricorda gli anni "del padrone delle ferriere" quando il lavoro era calpestato ed il lavoratore era considerata una semplice merce.
Ribadiamo la piena solidarietà al dipendente di Villa Silvia Giovanni Esposito che, per avere manifestato democraticamente il suo pensiero nei limiti della piena correttezza dei comportamenti, ha subito un licenziamento discriminatorio ritorsivo ed oggi attende che la Giustizia reintegri la sua famiglia nella dignità del lavoro.
Alla vicenda di Giovanni si accompagna quella di alcuni compagni di sventura che hanno subito pesanti sanzioni anch'essi oggetto di impugnativa giudiziaria.
Il tavolo della pace promesso ai lavoratori ed alla intera cittadinanza, che è stato sponsorizzato dall'amministrazione comunale nell'interesse della disabilità e dei lavoratori, nonché della tutela di un patrimonio imprenditoriale che non può essere messo in discussione, si è chiuso per la semplice ragione che non è mai iniziato.
I lavoratori di Villa Silvia denunciano alla cittadinanza questa inerzia e la mancanza di qualunque tipo di solidarietà verso i lavoratori oggetti di un così duro attacco da parte di una proprietà che, nel silenzio delle istituzioni, ha assunto toni e comportamenti che il movimento sindacale aveva cancellato da 30 anni.
I cittadini devono sapere che una eccellenza imprenditoriale, con vocazione al sociale, nonostante i contributi regionali , non rispetta i diritti dei lavoratori.
Necessita un serio e democratico confronto per garantire adeguati livelli di assistenza all'utenza, che è in condizione di disgraziata minorità sociale, e che li merita.
Questa è la battaglia e l'impegno dell'organizzazione sindacale USB ed, in particolare, al Sindaco della nostra città chiediamo di uscire dal silenzio, o meglio, dal disinteresse per dimostrare che la convocazione del consiglio comunale non fu concepita solo come una mera operazione da "Teatrino della politica".
Il nostro sindacalista licenziato, i lavoratori dell'azienda ed i disabili, che dovrebbero usufruire di adeguata assistenza, non lo consentiranno e, con noi, siamo certi di avere il cuore e la generosità dei cittadini di Roccapiemonte.
Il Sindaco dovrebbe essere il primo a scegliere la Città e le sue sensibilità perché tutti devono meritare il ruolo che svolgono e, siamo certi, saprà scegliere da quale parte è la Giustizia ed il progresso della comunità di Roccapiemonte .
In ogni caso non cederemo finché non saranno garantiti i diritti ai disabili e Giovanni non tornerà tra i suoi colleghi.