Logista, siamo appena all’inizio: il 21 febbraio sciopero e manifestazione al Mise

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L’annunciata chiusura del deposito di Maddaloni dimostra, anche se non ce ne sarebbe stato bisogno, come le uniche logiche che motivano le scelte di Logista S.p.A. sono quelle che puntano alla massimizzazione del profitto. Poco importa se queste logiche e queste scelte finiscono per togliere il lavoro a oltre cento persone.

La chiusura del deposito di Maddaloni non è determinata da una presunta insostenibilità economica (in cui i costi dovrebbero essere superiori ai ricavi) del suo esercizio. Semplicemente, i dirigenti di Logista S.p.A. hanno valutato che una diversa distribuzione del lavoro, eliminato il deposito di Maddaloni, avrebbe aumentato la differenza tra costi e ricavi complessivi, traducendosi in profitto.

È chiaro – e come Unione Sindacale di Base non ci abbiamo mai creduto – come la responsabilità sociale dell’impresa sia solo una bufala per ottenere benefici economici e fiscali da un governo, più che credulone, finto tonto, con il bene placito di quelle organizzazioni sindacali che, dopo aver sottoscritto quanto di più possibile in danno dei lavoratori, improvvisamente, si accorgono di chi siano i loro compagni alla “tavola” delle trattative e alzano il dito indice agitandolo sotto il naso del commensale dicendo: “E no! Così, però, non si fa!”.

Al di là della concreta solidarietà che, quantomeno i lavoratori comunque coinvolti nell’attività di Logista S.p.A., non possono che assicurare ai loro compagni di Maddaloni, occorre avere ben presente, non solo che quanto avvenuto a Maddaloni può replicarsi in ogni momento e per qualunque deposito, ma, soprattutto, che la chiusura di Maddaloni non è un fatto indolore per i lavoratori degli altri depositi ed in particolare per quelli del deposito di Anagni.

Infatti, la riorganizzazione della Logista S.p.A. comporterà un notevole incremento dei carichi di lavoro in specie nel deposito di Anagni, (il più vicino a quello in chiusura) senza, nelle intenzioni di lor signori, che questo comporti l’assunzione di personale aggiuntivo o la trasformazione in Full-Time dei lavoratori attualmente in Part-Time.

In sostanza, Logista S.p.A. vuole fare le classiche nozze con i fichi secchi, in cui la parte dei fichi è assegnata ai lavoratori di Anagni. Come Unione Sindacale di Base, naturalmente, eventualmente faremo di tutto per imporre a Logista S.p.A. un “matrimonio” principesco. Ma, per il momento, non intendiamo lasciare nulla di intentato perché il deposito di Maddaloni continui la propria attività, garantendo il lavoro ai 108 lavoratori coinvolti.

Da questo punto di vista ci appare indispensabile proclamare lo sciopero per la giornata del 21 febbraio 2022, contestualmente a quello proclamato delle OO.SS. confederali che, nonostante il colpevole ritardo, si sono decise a ritirare la firma da tutti i pessimi accordi che non si erano perorate di sottoscrivere e che sono costati alla Elpe Global Service gli scioperi che i lavoratori del deposito di Anagni non si sono fatti mancare.

Il 21, perché è il momento di mettere insieme tutti i lavoratori e perché quella giornata non si risolva in una mera espressione di solidarietà senza prospettive. Buona solo a pacificare le coscienze a chi oggettivamente ha lasciato al “padrone” mano libera per porre in essere azioni di cui la chiusura di Maddaloni non è che l’ultimo e, ovviamente, più grave episodio.

Il 21, perché i lavoratori si presentino a Roma davanti al Ministero dello Sviluppo Economico, pretendendo lo svolgimento dell’incontro già richiesto per l’apertura in sede istituzionale del necessario tavolo, perché la vicenda non resti nelle mani irresponsabili e ciniche di Logista S.p.A.

Unione Sindacale di Base