L'OMERTA' NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE
DOSSIER DENUNCIA DELLA USB SUL VECCHIO POLICLINICO: UN VIAGGIO TRA SPRECHI E DISSERVIZI GESTIONALI
VECCHIO POLICLINICO, TRA SPRECHI E DISSERVIZI GESTIONALI
Il video denuncia youtu.be/Sm3ko97YD_I
Quelle barelle da denuncia penale
Sono anni che il direttore del Servizio di Anestesia e Rianimazione, dell’A.O.U., chiede nuove barelle a norma, per il trasporto dei pazienti in emergenza, ben 4 richieste protocollate, motivate da urgenza e aspetti medico – legali. Niente da fare, il personale è tutt’ora costretto a trasportare i pazienti su una barella che definire un rottame è un complimento. Tenuta insieme da spago e cerotto, senza transenne di protezione, con la rete rotta in più punti.
Ma è l’unica che entra nel montacarichi multiuso che serve la Rianimazione. Lo chiamano ascensore.
Un ascensore noto alle cronache per varie disavventure giudiziarie, che continua imperterrito a trasportare indistintamente di tutto: dall’immondizia al cibo, dai rifiuti speciali alle salme, dal paziente post – operatorio, ai fumatori incalliti.
La settimana scorsa ne è arrivata una di barelle, ceduta da un’altra struttura. Ma è talmente grande che occupa tutto il vano ascensore, non permette l’ingresso di medici e infermieri. Dunque un inutile spreco.
6 telecamere accese da 15 anni, ma senza monitor
E tanto per parlare di spreco, che dire delle 6 telecamere installate nelle stanze degenza del servizio di Rianimazione, accese e in corrente da circa 15 anni, senza essere collegate ad alcun monitor? Lucette accese da anni, che consumano energia elettrica senza scopo
2 solleva – pazienti, nuovi , inutilizzati da circa 10 anni
Ma il massimo dello spreco sono 2 solleva- pazienti , presenti sempre in rianimazione, fermi da circa 10 anni, nuovissimi, ancora con del cellofan tra i cavi, fermi per mancanza di batterie e fasce monouso. Prendono solo spazio, un vero monumento allo spreco, un danno non solo all’assistenza, ma anche alla salute degli operatori, costretti a sollevare manualmente pazienti che, per patologie varie, possono superare i 100 kg di peso
Tanti computer nuovi mai usati
Sono tanti i computer, comprati dall’Azienda e consegnati a tutti i reparti con l’intento, attraverso un progetto informatico, di migliorare i contatti tra i servizi, fare prenotazioni, ricevere e spedire richieste di consulenze, ottima idea, ma perché stanno ad invecchiare sulle scrivanie, da oltre un anno, senza essere utilizzati’ ?
Impianti elettrici obsoleti
E che dire dei frequenti Black out elettrici, l’ultimo il 2 luglio, che ha procurato problemi ai generatori di riserva del comparto operatorio, causando la sospensione degli interventi chirurgici che hanno fatto scattare, nel ripristino, i riscaldamenti in piena estate, in Maxillo
Facciale?
Postazioni anti incendio fuoriuso
Le postazioni anti incendio , all’interno del complesso assistenziale di piazza Miraglia, sono quasi tutte fuori uso. Nonostante le frequenti segnalazioni, fatte anche da associazioni, l’Azienda, naturalmente per quello che vediamo, ancora non prende iniziative per porre rimedio ad una situazione che potrebbe, in caso di incendio, procurare una strage.
Medici in convenzione, spesa top secret ma con tanti zeri
Mancano i medici, specialmente gli anestesisti, cosi vengono arruolati, in regime di convenzione, tra le file dell’ASL. Il loro compenso è di circa 60 euro all’ora, ma nelle loro tasche entrano meno di 26 euro. Il 5% andrà alla cassa medici disoccupati, il 5% sarà trattenuto come spesa amministrativa e il 2,5% se li prende l’ASL. Su quello che resta viene applicata una tassazione del 43% .
A questo punto perché non assumere medici disoccupati? Perché non dare spazio a nuove e giovani risorse umane?
Nel 2010 ci fu un interrogazione parlamentare sui turni di guardia medica troppo lunghi, anche oltre le 24 ore, che si praticavano proprio qui al Policlinico vecchio. Sta succedendo di nuovo.
All in one, ovvero 5 reparti in uno
Un tour de force, quello del 31 luglio, che ha trasformato in scaricatori e montatori mobilieri gli infermieri e gli OSS del 3 padiglione del vecchio Policlinico di Napoli.
Mezza giornata di lavoro per accorpare ben 5 reparti : V°, VIII° e X° chirurgia, urologia geriatrica e chirurgia toracica.
Letti, reti e materassi sono stati smontati e rimontati, da un ambiente all’altro, tra un via vai di ammalati in barella e a piedi per allestire, al 2° piano, 26 posti letto, con solo 3 infermieri a turno.
La direzione sanitaria ha stabilito che il carico di lavoro sarà, per il mese di agosto, 7 pazienti per ogni infermiere. Gli infermieri dovranno dare conto a 5 primari ed accudire pazienti, fino a 6 per stanza. Ieri, 31 luglio, gli ospiti erano 23.
Ma i servizi igienici saranno adeguati? E visto che il 2° piano è diviso in due sezioni, in quali condizioni e con quali mezzi a disposizione lavoreranno gli operatori?
L’Azienda non ha ritenuto necessario discutere dell’organizzazione del lavoro con la USB, nonostante le continue e formali richieste di alcuni suoi delegati sindacali, l’ultima il 3 luglio scorso.
La faccenda dell’ambulanza Rianimativa , in servizio senza il bollino dell’assicurazione, scaduta il 30 giugno e pagata in fretta e furia il 19 luglio, dopo che “qualcuno” ha informato l’Azienda sul fatto che la USB stava curiosando sulla faccenda, è solo la punta di un iceberg dell’ennesima gestione a senso unico e senza dialogo con le parti sociali e sindacali .
La privatizzazione del Servizio ambulanze sta procurando “disservizi” e costi non di poco conto. Per esempio l’affidamento ad una ditta privata della raccolta e della consegna dei prelievi , con relativa documentazione di laboratorio non sta dando buoni risultati, molti reparti si sono lamentati e ci risulta che la clinica pediatrica preferisce consegnare e ritirare personalmente, attraverso i propri OSS, i prelievi ematici e le risposte cartacee.
E poi questa strana storia che si vorrebbe addebitare agli autisti dell’Azienda una 40ntina di multe, prese per aver violato la ZTL con macchine di servizio, tra le quali l’ambulanza.
Come mai l’Azienda non ha concordato con il Comune un più ampio accesso alla ZTL per le proprie auto di servizio?
E la scarsezza delle divise per il personale? Le calzature da lavoro mancano da anni e spesso la biancheria per i pazienti non copre i bisogni giornalieri. Le federe poi, in alcune strutture assistenziali, sono merce rarissima.
A fine anno andrà in pensione un altro 20% del personale, gli operatori a somministrazione, spesso utilizzati come “la sporta del tarallaro”, sono sempre più numerosi e rivendicano, giustamente, il rispetto dei propri diritti a volte negati, come permessi per studio, ferie programmate o “diritto alla critica” professionale.
Tante cose di cui discutere per migliorare e rilanciare una grande Azienda che è stata per decenni il punto di riferimento della Medicina Italiana. Ma il dialogo con tutte le parti sociali e sindacali, sembra non essere nella strategia aziendale, oppure è accordato a discrezione.
Ma nessuno può impedirci di svolgere il nostro dovere di sindacalisti: vigilare sull’applicazione dei diritti dell’utenza e dei lavoratori, segnalare i disservizi e fare proposte per eliminarli. E nel caso, se altra strada non è praticabile, denunciare!
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