Meglio tardi che mai! Lo sciopero del 14 conferma le ragioni dei lavoratori di ANM

Napoli -

Questo del 14 settembre e il quarto sciopero che l’USB è stata costretta a proclamare in due mesi per non far spegnere i riflettori su una battaglia giusta, soprattutto SOCIALE, con l'obiettivo di garantire ai cittadini un trasporto urbano moderno, efficiente, puntuale e pubblico, in particolare nelle zone periferiche, aggredendo e colpendo sprechi, clientele, altresì, l’indubbia incapacità di dirigenti e funzionari che hanno devastato il trasporto pubblico a Napoli e nell’intera area metropolitana, puntando alla nascita di una azienda unica di trasporto (CTP/ANM), utilizzando parte dei fondi disponibili di città metropolitana (500 milioni di euro).

Chi ha portato ANM al baratro attraverso una gestione scellerata dei fondi pubblici e del personale deve lasciare il posto a professionisti esperti, ma soprattutto lontani da logiche di connivenza politico/sindacale. E’ inutile continuare a puntare il dito sul taglio dei fondi destinati al trasporto pubblico locale se poi quei fondi vengono utilizzati per pagare stipendi d’oro, superminimi, straordinari forfettizzati (fino a 400 euro mensili, a prescindere che sia effettuato o no) creando, inoltre, inaccettabili sproporzioni tra personale diretto (esercizio) e indiretto (impiegati) al solo scopo di garantire un serbatoio di voti e tessere sindacali.

La firma del piano di risanamento, lacrime e sangue, tanto sbandierata dalle OO. SS. come una vittoria, la salvezza, la panacea di tutti i mali, non ha né allontanato lo spettro del fallimento né migliorato la situazione economica, anzi a seguito della riunione tenutasi il 20 luglio presso la Prefettura di Napoli e ai successivi incontri in sede aziendale possiamo affermare, a prova di sementita, che sia peggiorata di altri dieci (10) milioni di euro.

La quintuplice sindacale e le altre sigle che amano sedersi ai piedi dei potenti, con lo sciopero unitario di oggi, dimostrano di essere ritornati sui loro passi, hanno fatto DIETROFRONT, si sono allineati alle sacrosante RAGIONI che hanno visto la USB non firmataria dell'accordo di marzo dopo la protesta spontanea dei lavoratori del trasporto di superficie. Un accordo che, diversamente da come volevano farci credere, portando avanti slogan sterili e inutili, non è riuscito a tutelare i lavoratori, in quanto gli impegni assunti non erano, e non sono, sostenuti da adeguate risorse economiche e da un concreto piano industriale.

Erano TUTTI a conoscenza dei devastanti effetti delle manovre contenute nel piano di risanamento “lacrime e sangue” eppure lo hanno avallato ugualmente, in spregio alle richieste avanzate dai lavoratori dell’ANM riuniti in assemblea permanete presso i depositi di Cavalleggeri Aosta e Via Puglie, durante le “cinque giornate” di marzo, giorni in cui avvenne il blocco totale del trasporto di superficie.

I sindacati SAPEVANO del taglio di 12 milioni di euro da parte del Comune per i trasporti (da 67.8 a 56), che il premio di risultato del 2016 non sarebbe stato erogato per giugno e che i futuri premi sarebbero stati CANCELLATI, SAPEVANO delle centinaia di esuberi, dei trasferimenti ad altra partecipata in assenza di tutele contrattuali certe, della deportazione di 170 conducenti ad altra azienda e, contestualmente, dell'assunzione di 160 conducenti per "risparmiare" il 20% sul costo del lavoro, ma, cosa più grave ancora, SAPEVANO DEI LICENZIAMENTI (L.223/91) e della inattività del fondo regionale (NASPI).

Si prospettano mesi caldi sul fronte della lotta per i nostri diritti, per rivendicare il mantenimento dei livelli salariali e occupazionali. Uniti nella lotta, uniti nella vittoria!