PRETENDIAMO DI CONOSCERE I NOSTRI DIRITTI!!
LAVORATORI DELLA SANITA' DELLA REGIONE CAMPANIA - QUANDO LA CONOSCENZA DELLE NORME AMMINISTRATIVE DIVENTA ESSENZIALE PER LA TUTELA E GLI INTERESSI DEI LAVORATORI
Lavoratori della sanità della Regione Campania: conoscere i propri diritti !!
La mancata conoscenza dei propri diritti è stata sempre, nella storia dei lavoratori, motivo di sfruttamento e speculazione da parte di persone disoneste possessori esclusivi del “potere del sapere” utilizzato per interessi propri.
Una volta erano i nobili, la chiesa, le persone acculturate, oggi a queste figure se ne sono aggiunte delle nuove; politici e “sindacalisti professionisti” molto attenti a non far emancipare e sapere ai lavoratori i propri diritti per paura di perdere il loro ruolo, che usano per mantenere buoni i lavoratori con i “me la vedo io,” assicurando e garantendo ai datori di lavoro la “pace sociale” per poi passare a riscuotere il premio.
Gli stessi che non fanno assemblee da anni, non producono più volantini, non danno informazioni e le copie dei contratti sono riservati a loro esclusivamente.
Hanno fatto perdere al lavoratore la cultura del conflitto nei confronti del datore di lavoro e del confronto tra i lavoratori per prendere coscienza ed emanciparsi, chi aderisce a questo tipo di sindacato, lo fa come ad un associazione camorristica, per avere protezione.
Scopriamo così che la maggior parte dei dipendenti della sanità in Campania, dopo una vita di lavoro, non conosce il proprio contratto, non conosce quei pochi diritti (riservati a pochi) come non sa che a beneficiarne sono sempre e soltanto, proprio i loro rappresentanti sindacali, perché ciò che sanno se lo tengono per loro, vedi Coordinamenti ( 18 milioni annui ), passaggi di orizzontali, verticali, straordinario, comando, funzioni, formazione, indennità varie, mobilità, assunzioni, ecc.
Adesso nelle aziende sanitarie della Regione Campania, si sta preparando un'altra operazione riservata a questi “soli noti” l’applicazione dell’istituto contrattuale delle “posizioni organizzative” (art. 21 CCNL), che naturalmente, la quasi totalità dei lavoratori nemmeno sa di cosa si tratta, e ciò facilita qualunque operazione truffaldina da parte loro.
Perciò noi vogliamo provare a spiegarlo, nella speranza che qualcuno riesca a scuotersi da questo stato di torpore che ha trasformato i lavoratori in tanti zombi e lo faremo nel modo più semplice ed elementare, altrimenti sarebbe incomprensibile per chi ha vissuto per tanto tempo senza leggere e parlare dei propri diritti contrattuali.
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La norma prevede che le aziende sanitarie pubbliche, possono istaurare rapporti lavorativi di tipo privato con alcune categorie di lavoratori (già propri dipendenti) altamente specializzati e professionalmente preparati, prevalentemente iscritti agli albi professionali.
Ufficialmente è motivato dalla necessità che l’azienda potrebbe avere bisogno di qualifiche simili a seguito delle trasformazioni organizzative previsti dai piani sanitari e dai processi di destrutturazione in atto nella sanità pubblica e dai tagli della spesa, non avendone in pianta organica, invece di assumerli dall’esterno, stipula dei contratti a tempo determinato, rinnovabili se l’azienda lo ritiene, con propri dipendenti. Una sorte di funzioni superiori.
I loro compiti sono quelli dei quadri aziendali nelle industrie, cioè coordinano un area di attività, (dipartimento, servizio, ecc.) di una certa complessità. Gestiscono l’organizzazione del personale del comparto e delle attività, sono le persone di fiducia dell’amministrazione, scelte tra i lavoratori del comparto e pagati dagli stessi lavoratori.
Per pagare queste posizioni organizzative, l’azienda utilizza quote dal fondo art. 39 (quello del lavoro straordinario)
l’indennità delle posizioni organizzative va dai 3 ai 9 mila euro l’anno, non sono di un unico ed uguale valore, perché viene stabilito un valore a secondo del caso.
I lavoratori che possono partecipare al bando che sarà pubblico, sono quelli della fascia D e Ds dei ruoli sanitario, tecnico e amministrativo, oltre ad alcune figure specifiche del solo ruolo sanitario, anche di fascia C.
i criteri e le modalità del bando e della selezione dei lavoratori al quale sarà conferita l’indennità delle posizioni organizzative, sono molto discrezionali, infatti ci sarà una graduatoria degli idonei dal quale il D.G. (ben consigliato) sceglierà chi vuole.
Il numero dovrebbe corrispondere alla reale necessità che l’azienda ha a seguito della riorganizzazione che si sarà data, risultante dalla D.O., ma non sempre è così, (Nell’ASL NA 1, se ne faranno oltre 400, un numero assolutamente estraneo alla reale situazione aziendale, per una spesa di circa 4 milioni di Euro l’anno ed una sottrazione ulteriore di personale infermieristico dall’assistenza diretta già carente per andare a fare i “capetti”)
I costi, pagati dal D.G. con i soldi dello straordinario dei lavoratori, va dai 3 ai 9 mila Euro l’anno, per ogni posizione organizzativa.
il compito in realtà sarà quello di controllare i lavoratori e governare il malcontento che si prevede, a seguito del peggioramento delle condizioni lavorative dovute alle trasformazioni, ai tagli e allo smantellamento del settore e dei diritti dei lavoratori, compreso quello del posto di lavoro.
Una situazione da FIAT, dove il padrone, da mezzo agli operai ne prende alcuni è li trasforma in quadri intermedi, un cuscinetto tra la D.G., la dirigenza e i lavoratori, fatto da chi conosce l’ambiente e i soggetti e può meglio controllarli. Tra non molto, ce li ritroveremo a cronometrare i tempi di lavoro e a chiedere, attraverso le loro associazioni di categorie e gli ordini professionali, un proprio ambito contrattuale separato, indebolendo ancora di più la categoria dei lavoratori del comparto.
Ma da noi è peggio della FIAT:
1) perché questi nuovi cani da guardia, verrebbero pagati con i soldi dei lavoratori;
2)perché provocherebbero un peggioramento delle condizioni lavorative, riducendo il personale già carente e lo straordinario utilizzabile per l’assistenza;
3) perché andrebbero a coprire quei ruoli dei sindacalisti, ( sempre i soliti noti) utilizzando il potere dell’incarico per estorcere consensi e tessere dai lavoratori, come è sempre avvenuto nella sanità, dove volutamente, non si è mai posto il problema dell’incompatibilità tra queste funzioni di comando e l’incarico sindacale.
E’ noto a tutti che le fortune di molti sindacati nelle strutture sanitarie pubbliche della Regione Campania, sono state costruite attraverso un uso camorristico degli incarichi di ispettore CSSA, capo sala, coordinatori, da parte di sindacalisti, con la complicità delle amministrazioni. Una situazione scandalosa che stava e sta ancora bene alle amministrazioni, perché il rapporto consociativo che hanno con questi “personaggi” si basa sullo scambio di favori, loro ai posti comodi, di potere e ben pagati, fanno gli interessi delle loro organizzazioni e le direzioni delle aziende in cambio ottengono maggiore sfruttamento dei lavoratori, controllo assoluto sui lavoratori e complicità totale ed omertosa su tutto quello che non va.
R.d.B./CUB
Campania