RACCOLTA SANGUE, IRREGOLARITA' E POCA TRASPARENZA AL S.G DI DIO E AL RUGGI D'ARAGONA

LA USB HA INVIATO UN ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI SALERNO PER FARE CHIAREZZA SULLA GESTIONE DEL SERVIZIO

Salerno -

Sabato 21 gennaio, la Federazione Provinciale USB, con una conferenza stampa ha illustrato l'esposto alla Procura della Repubblica di Salerno rispetto alla raccolta sangue esterna ed interna organizzata dalla Azienda Ospedaliera Universitaria "S.G. di Dio e Ruggi d'Aragona". Su tale materia la USB ha rilevato, dopo una serie di accessi agli atti a tutt'oggi ancora incompleti, una serie di irregolarità che vede coinvolte le associazioni di volontariato convenzionate con la stessa Azienda Ospedaliera per la relativa raccolta sangue.


22 gennaio 2012 - Il Mattino
Maggiore chiarezza sulla gestione del servizio
Salerno - Maggiore chiarezza sulla gestione del servizio al fine di garantirne la massima qualità e sicurezza. Per l’unione sindacale di base la raccolta del sangue non deve seguire logiche clientelari e affaristiche. Il grido di dolore arriva dal dirigente sindacale Vito Storniello che denuncia la carenza di controlli e il «palese conflitto di interessi» per alcune associazioni convenzionate con l’azienda ospedaliera universitaria di Salerno. «Una situazione allarmante che è stata portata all’attenzione della magistratura per le opportune verifiche. La raccolta del sangue avviene sempre più in strutture mobili e sempre meno in strutture ospedaliere. Oggi - continua - si preferisce pagare alle convenzionate dai 20 ai 70 euro per donazione e incentivare raccolte effettuate in paesi limitrofi. Spesso dietro le associazioni si nascondono dirigenti Sit molto ben radicati nel territorio». Ma ad allertare Storniello non ci sono solo le donazioni esterne. «A un maggiore costo per la sanità pubblica riscontriamo paradossalmente anche una minore efficienza: le sacche sono conservate fino a 8 ore in luoghi non idonei e spesso il sangue raccolto è inservibile e a questo si aggiunga il mancato monitoraggio del gruppo sanguigno di cui si ha realmente bisogno. La disinformazione rende vano un atto di grande valore civile». a.c.v.

 

-----------------
22 gennaio 2012 - La Città  di Salerno
Indagine sulla raccolta sangue
Salerno. Nella denuncia presentata l’Usb accusa le associazioni private: «Spreco di fondi pubblici» Esposto in procura dei sindacati: «Sacche vengono buttate»
Salerno - Spreco di risorse pubbliche. E’ questo il cardine dell’esposto inviato a novembre dall’Usb sanitá sulle donazioni di sangue alla Procura, che ha aperto un fascicolo di inchiesta. Nel mirino le convenzioni stipulate tra il "Ruggi" ed alcune associazioni di volontariato. «Ce ne sono alcune che in un solo anno hanno preso 200mila euro», ha sottolineato il coordinatore Vito Storniello. Spesso, poi, il sangue viene gettato perchè la richiesta non è monitorata.
--------------
22 gennaio 2012 - La Città  di Salerno
Raccolta sangue, c’è l’inchiesta
Usb: «Spreco di fondi pubblici. Le sacche vengono buttate»

di BARBARA CANGIANO
Salerno - Spreco di risorse pubbliche a favore di associazioni private. E’ questo il cardine dell’esposto inviato a novembre in Procura dall’Usb sanitá sulle donazioni di sangue.
Il sindacato indipendente ha raccolto dati, fotografie e testimonianze su presunte irregolaritá nella gestione del servizio su cui la Procura ha aperto un’inchiesta. Ogni associazione convenzionata con il "Ruggi" per la raccolta del sangue, infatti, percepisce per legge una cifra che oscilla da 20 a 70 euro a sacca. «E ci sono associazioni che in un solo anno hanno intascato 200mila euro», ha sottolineato il coordinatore provinciale Vito Storniello. Quanto, complessivamente, l’azienda di via San Leonardo spenda, non si sa, «perchè nonostante le nostre ripetute richieste di accesso agli atti, da giugno del 2010, i dati che ci hanno fornito sono incompleti». Secondo l’Usb, in un anno il nosocomio arriva a spendere fino a un milione di euro tra "conti" delle associazioni e il "Progetto sangue", in base al quale, ogni volta che si organizza una raccolta, vengono pagati medici, operatori tecnici ed infermieri, con cifre «che vanno dai 250 ai 500 euro». Eppure, il rimedio per frenare l’emorragia ci sarebbe: «Incentivare le donazioni di sangue in ospedale, dove prima esisteva un registro dei donatori». Al di lá del dato meramente economico, la raccolta all’interno del Simt (sistema immuno trasfusionale) «garantirebbe il rispetto delle norme igienico sanitarie - ha continuato Storniello - Spesso queste associazioni si servono di locali inidonei. A Cava, a febbraio dell’anno scorso, facemmo intervenire i carabinieri, perchè operatori e donatori erano stipati in un garage e non c’era un infermiere che indossasse il camice. A Bracigliano, in alcune sedi, manca perfino il lavandino». L’esposto dell’Usb è corredato da foto che attestano come le sacche, fino a pochi mesi fa, venivano trasportate in cartoni, senza contenitori termici, oltre le sei ore previste o addirittura in portabagagli insieme a sacchi di indifferenziata. Sangue che, spesso, per quanto possa suonare paradossale, viene buttato. «Non c’è il monitoraggio del fabbisogno specifico dell’azienda (che per il "Ruggi" sarebbe di 90mila unitá, ndr) e non c’è quello dei donatori per gruppo sanguigno. Quindi si verifica un surplus costante di sangue di tipo A e B, il più diffuso e una carenza di gruppo O». Tra il 2008 ed il 2009, tanto per citare qualche numero, sono state buttate mille unitá di sangue, che furono oggetto di una durissima denuncia della Cgil che chiedeva lo stop delle raccolte concentrate ad arte nei festivi. Il sangue ha infatti una "scadenza" di 42 giorni. «La donazione è un atto di civiltá che va incentivato» ha incalzato Storniello (per correttezza, l’Ail che anche oggi effettuerá la raccolta all’Arechi non rientra nelle associazioni convenzionate e contestate, ndr). Storniello si appella all’Ordine dei medici ed ai vertici del "Ruggi". «C’è chi raccoglie il sangue gratuitamente. Non si capisce perchè paghiamo ad altri una media di 100mila euro l’anno. Questo non è volontariato».
--------------------
22 gennaio 2012 - Corriere del Mezzogiorno
Donazioni di sangue, i sindacati accusano: «Spreco di soldi»

Inviato un esposto alla Procura
di Angela Cappetta

 

Salerno - Da anni l'Unione sindacale di base denuncia lo spreco di denaro pubblico che si cela dietro le donazioni di sangue all'ospedale «San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona» di Salerno. Da due mesi, quella denuncia verbale è diventato un esposto inviato alla Procura di Salerno, che adesso, per legge, è obbligata ad indagare. E ad accertare se i fatti esposti dalla federazione provinciale del sindacato salernitano costituiscono un reato. Quello di truffa, paventato dai sindacalisti che, solo ieri mattina, a distanza di due mesi dall'esposto, hanno reso pubblico di essersi rivolti alla magistratura inquirente. La somma precisa dei costi sostenuti in questi anni dall'azienda ospedaliera per le donazioni del sangue non c'è. Quello che i sindacalisti possono affermare con certezza è che sarebbero due le associazioni convenzionate con il Ruggi che beneficerebbero della maggior parte della spesa. «Godendo - denunciano i vertici dell'Usb - di un certo favor che va avanti da tempo». Le due associazioni, le cui sigle finiscono nell'esposto del sindacato di base, sono la Voss e l'Avis. «Una di queste due - ha rivelato il segretario provinciale dell'Usb, Vito Storniello - in un solo anno ha incassato circa duecentomila euro». Quindi, anche se con gli atti alla mano, risulta difficile quantificare il danno che l'azienda ospedaliera starebbe subendo, è possibile però fare un conto di quanto le associazioni gravano sul bilancio del Ruggi sapendo per certo che una sacca di sangue costa all'azienda ospedaliera dai 20 ai 70 euro. «Se la donazione viene fatta presso il servizio immuno-trasfusionale dell'ospedale - insistono i sindacalisti - non costerebbe nulla all'azienda». Il tutto, quindi, avverrebbe a costo zero contro una spesa a sacca che oscilla tra i 20 e i 70 euro. E non solo. I costi aumentano se si considera che l'azienda ospedaliera deve pagare all'associazione che svolge la prestazione anche il medico, l'infermiere e gli operatori tecnici che, per legge, devono assistere il donatore durante il prelievo del sangue. C'è un altro dato allarmante in questa vicenda diventata una denuncia penale: l'elenco dei donatori di sangue sarebbe scomparso dagli uffici dell'ospedale di San Leonardo. Da anni Vito Storniello denuncia questo presunto giro illegale che si nasconderebbe dietro le donazioni di sangue. Qualche anno fa fu addirittura aggredito durante una delle sue tante battaglie intraprese per ottenere gli atti amministrativi dell'azienda sulle convenzioni e i costi supportati a favore delle associazioni. «Ci sono state fornite solo risposte parziali - aggiunge il sindacalista - e i dati non sono neanche completi. Noi avevamo chiesto i dati relativi ad ogni associazione convenzionata, invece abbiamo ottenuto solo un riepilogo generale della situazione». Adesso sarà la Procura della Repubblica di Salerno a fare chiarezza sul caso.

 

--------------------
22 gennaio 2012 – Il ROMA Cronaca di Salerno
Raccolta sangue, denuncia per spreco di risorse
Ruggi, irregolarità nella raccolta sangue. Sotto accusa lo spreco di risorse economiche. Salerno. L'USB ha presentato regolare denuncia.
di Rosanna Gentile


La Federazione Provinciale "Unione Sindacale di Base" (USB) di Salerno, tramite il proprio legale l'avvocato Michele Tedesco, denuncia una dispersione di risorse nell'ambito della raccolta sangue. II dirigente USB Vito Storniello ieri mattina ha voluto incontrare la stampa presso la sede di via Centola per rendere pubblica l'azione sindacale diretta al modello organizzativo della raccolta sangue, interna ed esterna, in uso nel servizio immunotrasfusionale. Storniello ha così spiegato il fatto: "La vicenda raccolta sangue interna ed esterna presso l'azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona ha dei contorni di irregolarità, a cui noi della USB abbiamo tentato di dare chiarezza con una serie di richieste di accesso agli atti. Purtroppo gli accessi che ci sono stati concessi non si sono rivelati esaustivi e, quindi, non liberano la vicenda dai profili di irregolarità". II problema risale agli anni '90. A quei tempi la raccolta sangue fu completamente assorbita dalle associazioni di volontariato e l'azienda ospedaliera ha smesso di istituire un registro donatori, fondamentale per la fidelizzazione dei donatori. "Fermo restando che le associazioni hanno un ruolo importante - evidenzia Storniello - non capisco come mai tutta l'operazione di raccolta debba essere appannaggio delle associazioni, senza nessun monitoraggio da parte dell'azienda ospedaliera, che, dalla sua parte, non istituisce neanche un registro donatori. Non tutti sanno che le associazioni coinvolte percepiscono soldi pubblici per il servizio offerto. Le cifre che vengono annualmente liquidate alle associazioni fanno palesemente pensare a uno spreco di risorse. Abbiamo registrato che, solo nel 2008, una specifica associazione ha percepito circa 200.000 euro di soldi pubblici come rimborso spese. Abbiamo notizie di cene di gran gala presso rinomati hotel al fine di attrarre donatori. Inoltre, nell'ambito delle raccolte sangue esterne, vengono utilizzate risorse umane dell'azienda ospedaliera che, in queste circostanze, percepiscono, oltre l'ordinario stipendio, lauti compensi extra. E più che evidente la presenza di un esborso di soldi pubblici, che grava pesantemente sul bilancio pubblico italia-no, soprattutto in questo momento di crisi economica del Paese". I donatori, che sono essenziali e in perfetta buona fede, non sanno che, dal momento in cui donano, diventano associati di queste no profit che, estendo in tote la raccolta sangue, percepiscono rimborsi su ogni singola sacca di sangue. Allo spreco di risorse economiche, si affianca quello, ancora più grave, del materiale ematico. "Quando ci sono queste campagne, la raccolta di sangue avviene in modo del tutto indiscriminate. Non esistendo un registro donatori, l'azienda ospedaliera non impone alle associazionialcuna cernita tra i donatori di determinati gruppi sanguigni di cui c’è effettiva esigenza. Nell'ambito delle raccolte, le associazioni prelevano tutti i gruppi sanguigni. Abbiamo evidenziato che determinati gruppi sanguigni non servono perché, essendo semmai più diffusi, ce ne sono in abbondanza e, scaduti i 42 giorni dalla raccolta, molteplici sacche di sangue inutilizzato vengono letteralmente gettate. Ne consegue un duplice spreco: da un lato medico, perché il sangue è il medicinale salvavita per eccellenza e non usarlo è assurdo; dall'altro lato economico, perché le associazioni, per ogni sacca di sangue raccolta, percepiscono un rimborso dai 20 ai 70 euro". In questa faccenda, sono saltate fuori ombre anche sui rimborsi, per i quali la legge prevede la stesura di riepiloghi trimestrali. La USB ha cercato di prendere visione di questi riepiloghi, ma non gli è stato concesso, di conseguenza c'è il sospetto che non esistano. Un altro punto sul quale Storniello ha voluto soffermarsi, è quello dei locali in cui avviene periodicamente la raccolta sangue esterna. "Per legge, la trasfusione di sangue deve essere effettuata in locali dotati di apparecchiature specifiche. Nell'ambito di questa azione sindacale, abbiamo raccolto testimonianze dell'utilizzo di locali in cui avviene la raccolta sangue che non sono assolutamente a norma. Nello specifico, ci è giunta una denuncia da parte di un donatore che vuole restare anonimo sui locali di un garage in cui l'associazione "Mani amiche" di Cava de' Tirreni effettua periodicamente la raccolta. A questa denuncia se ne sono aggiunte altre che si riferiscono ad altri spazi disseminati nella provincia di Salerno in cui il personale medico non indossa camici, il prelievo di sangue avviene in un spazi privi di tutto, le sacche di sangue raccolte non vengono conservate in appositi contenitori termici, ma in dozzinali scatole di cartone, che poi vengono caricate nel portabagagli di un'automobile e trasportate in ospedale". La denuncia mette alla luce fatti preoccupanti che i donatori non conoscono, ma che l'USB ritiene fondamentale svelare. Nell'arco di questa azione volta a fare chiarezza sulla faccenda, i sindacalisti hanno incontrato diversi ostacoli e, non potendo contare sulla disponibilità dei dirigenti del-spreco di risorse e/o fraudolenta gestione del servizio, al fine di garantire la massima qualità e sicurezza di questo particolare e vitale servizio.
-----------------------
22 gennaio 2012 – Metropolis
ESPOSTO ALLA PROCURA DELL’USB
Donazioni: sprechi e irregolarità

di Monica Di MAURO
Riorganizzare tutto il sistema di raccolta e donazione sangue all'interno dell'azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di Salerno. L'Unione sindacale di base continua la sua battaglia per fare chiarezza su presunte irregolarità e sprechi di denaro pubblico nella gestione delle donazioni che verrebbero dirottate ed accentrate su associazioni di volontariato convenzionate con il servizioimmunotrasfusionale dell'azienda ospedaliera. Secondo il sindacato, che da luglio ha intrapreso un vero e proprio scontro con la richiesta di accertamento di una serie di atti, dal mancato registro dei donatori alle liquidazioni ottenute dalle singole associazioni, il servizio immunotrasfusionale dovrebbe incentivare la donazione presso l'azienda e utilizzare, solo come concorso e aiuto, la raccolta da parte delle associazioni, risparmiando in questo modo sui rimborsi che vanno dai 20 ai 70 euro a sacca di sangue, solo per i donatori periodici. Per Vito Storniello che ha firmato l'esposto e chiesto all'avvocato Michele Tedesco di seguire la sua denuncia, invece, i rimborsi ormai riguarderebbero tutte le donazioni. Ripercorrendo le tappe del servizio che dal momento della delibera 440 del 1995 con la quale l’allora primario PistoIese chiese l'aiuto delle associa- zioni di volontariato, nate e convenzionate subito dopo, il numero dei donatori diretti dell'azienda si è praticamente annullato e la stessa azienda "presta" suo personale per effettuare raccolte fuori sede in locali non idonei. Questo ha portato anche ad incrementare i costi, passati da semplici rimborsi a spese che arrivano anche a 200mila euro per associazione in un solo anno. Storniello, durante la conferenza stampa, ha mostrato foto di provette di sangue, raccolte in cartoni, senza i contenitori termici di cui invece i prelievi avrebbero bisogno, e ricordato una serie di interventi per segnalare raccolte in garage o nelle scuole dove spesso vengono effettuate le prime donazioni per la quali, invece, la legge prescrive l'obbligo di realizzarle in centri adeguati. Ma nell'esposto presentato alla procura c'è allegata anche la denuncia della Cgil che nel 2010 parlò di una gestione scandalosa delle unità di sangue, raccolte e poi eliminate perché scadute senza essere utilizzate, come accadde nel 2009 quando su 9525 unità ne furono gettate 460. Un'ulteriore testimonianza per l'Unione sindacale di base che manca una precisa organizzazione del sistema donazione che sarebbe diventato secondo le accuse dell'Usb un affare per lucrare." Noi ci teniamo a ribadire l'importanza della donazione -ha tenuto a sottolineare Vito Storniello- ma ci sono troppi aspetti irregolari sui quali una volta per tutte, in nome di una moralizzazione dell'intero settore della sanità, chiediamo di fare pienamente luce".