Campania TPL, la valutazione dei rischi e il DVR ai tempi del Coronavirus. USB: O'Curniciello come DPI

Napoli -

LA DIFESA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA SUI MEZZI DI TRASPORTO NON POSSONO ESSERE DEMANDATE ALLE SINGOLE AZIENDE GENERANDO CONFUSIONE, ANARCHIA E MISURE DI PREVENZIONE PILATESCHE.

In Italia sono tantissime le aziende di trasporto che IRRESPONSABILMENTE non hanno provveduto ad aggiornare, in collaborazione con il Medico Competente aziendale, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione ed il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, il documento di valutazione dei rischi (DVR) per quanto riguarda la protezione dall’infezione da
COVID-19.

Una decisione che non ha permesso di valutare, sulla base della diverse attività aziendali e in funzione dell'organizzazione del lavoro, non solo i necessari Dispositivi di Protezione Individuali anti COVID-19 (mascherine, guanti, occhiali, tute, etc…), scelti a monte dei rischi valutati (DVR), ma anche l'adozione delle giuste misure di igiene da effettuare sulle attrezzature e negli ambienti di lavoro ad ogni cambio turno.

Nella stragrande maggioranza gli operatori dei trasporti, al pari di altre categorie, senza alcuna formazione e informazione specifica sui rischi e sul corretto utilizzo dei DPI si stanno difendendo dal rischio biologico COVID-19 come i pompieri di Chernobyl si proteggevano dalle radiazioni nucleari, in un contesto espositivo considerato dall'INAIL a rischio medio-alto.

Con la riapertura, c.d. "Fase 2", i mezzi dovranno viaggiare semivuoti ma non ci sarà nessuno a far rispettare le misure adottate dal Governo al fine di contenere e contrastare i rischi sanitari e il diffondersi del contagio SARS-Cov-2, come il distanziamento tra i passeggeri e l'obbligo di indossare la mascherina che copra il naso e la bocca.

L' ANM, l'EAV e la CTP, come del resto tutte le altre aziende del TPL campano, pensano di cavarsela con gli adesivi e i messaggi vocali a bordo dei mezzi e nelle stazioni per garantire il distanziamento sociale e il controllo sull'uso delle mascherine, perché dichiarano che non c’è personale per distanziare e regolare i flussi pur avendo 569 lavoratori in cassa integrazione, molti in ferie d'ufficio e tanti altri ad orario ridotto.

Sono oltre 23 mila i decessi accertati da e per COVID-19 in tutta Italia dall'inizio della Pandemia, morti che si sarebbero potute evitare se solo ci fossimo affidati da subito alle valutazioni della comunità scientifica internazionale piuttosto che alla confindustria, lasciando che sui luoghi di lavoro le aziende non applicassero quanto contenuto nel testo unico sulla sicurezza affidandosi ad un semplice protocollo anti COVID-19 frutto di una scellerata mediazione tra imprenditori senza scrupoli e sindacati compiacenti, per lo più non rispettato dai datori di lavoro.

Adolfo Vallini

Dipartimento Regionale USB - Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro.