USB: COSTRUIAMO L'AZIENDA UNICA METROPOLITANA, I SOLDI CI SONO!
L’Unione Sindacale di Base, alla luce della bozza d’intesa presentata nel corso della riunione tra Comune, ANM e parti sociali giovedì scorso, ritiene che all’interno di essa non vi siano i contenuti per un vero risanamento aziendale che valorizzi il lavoro e la salvaguardia occupazionale.
Inoltre, non si individuano le condizioni per una reale riqualificazione ed il rilancio del trasporto pubblico locale, che presuppone necessariamente adeguate risorse economiche ed un concreto piano industriale.
L’USB ribadisce la necessità che l’Azienda rimanga pubblica, e ritiene che il debito accumulato possa essere risanato solo con una forte assunzione di responsabilità politica ed attraverso un’azione congiunta di tutte le parti istituzionali coinvolte: Governo, Regione e Città Metropolitana.
L’USB ritiene altresì che si continui a lavorare al progetto dell’Azienda Unica su scala Metropolitana (ferro/gomma) come da impegno assunto dall’Amministrazione Comunale con la città e ribadito in numerose occasioni pubbliche, e che dipendenti e cittadini non subiscano l’ulteriore danno di una drastica riduzione dei servizi e l’aumento delle tariffe.
Città Metropolitana, unico e vero ente che può decidere autonomamente le sorti del TPL nell’area metropolitana ed urbana di Napoli in virtù della Legge 56/2014 (Delrio), stenta a far valere queste sue attribuzioni, decretando, di fatto, lo smantellamento della controllata CTP ed il fallimento di ANM, con la palese contraddizione di un avanzo libero di bilancio di quasi 500 milioni di euro bloccati da odiose norme sul pareggio di bilancio, imposte dalle politiche di austerity dettate dalla UE e dal Governo Centrale che, di fatto, ostacolano qualsiasi politica espansiva degli enti pubblici.
Per questo, l’USB, già dai prossimi giorni, promuoverà iniziative di lotta e mobilitazioni presso le istituzioni interessate e la Prefettura di Napoli, chiamando la città a sostenere il rilancio del trasporto pubblico metropolitano a garanzia del diritto alla mobilità.