Lavoro agile: il dito e la luna
Alla direzione Generale istruzione, formazione e lavoro
e p.c. A tutti i dipendenti dei CPI
Lavoro agile: il dito e la luna
È di qualche giorno fa la decisione dell’ufficio Gestione del Personale dell’Ente Giunta Regione Campania con cui inopinatamente viene disposto che a decorrere dal 1° marzo p.v. non è più possibile effettuare il lavoro agile per più di 1 giorno a settimana, anche nei confronti dei lavoratori che documentano motivi urgenti, personali o familiari. Un clamoroso e anacronistico passo indietro da parte della Direzione per l’Istruzione, la Formazione, il Lavoro e le Politiche giovanili, che interpreta restrittivamente le disposizioni vigenti fino a svuotare di funzione e finalità la stessa contrattazione collettiva che regola la materia.
Certo, appare grave come su una questione così delicata non sia intervenuto alcun confronto di merito con tutte le parti sindacali legittimate. Certo, la fretta è cattiva consigliera e, forse non è la sola ad aver agito, ma ciò che colpisce è la leggerezza con cui viene operato uno strappo di non poco conto nelle relazioni sindacali dell'Ente.
Come colpisce la lettura che sottende la disposizione di servizio in parola.
E’ paradossale che tra i motivi addotti dalla Direzione ci sia la necessità di un piano di azione per ridurre lo smaltimento del lavoro arretrato e diminuire i tempi di prenotazione degli utenti allo sportello. Ciò nel concreto significa ritenere, con una certa miopia mista a malafede, che la modalità del lavoro agile è causa di ritardo nella gestione delle attività. È il caso forse di ricordare che l'intero territorio regionale presenta connotati sociali di forte impatto sull'attività dei cpi. E che, ad una attenta valutazione, è proprio la modalità in lavoro agile a favorire l'espletamento di molte attività, compresi i LEP, che in presenza risulterebbe più difficile garantire, essendo i lavoratori totalmente assorbiti dal front office e da una massa ragguardevole di utenti.
La verità è che invece questi lavoratori spesso sopperiscono a carenze strutturali.
E che si tenta di far pagare ai dipendenti dei CPI, l’inefficienza organizzativa riguardo la pianificazione del lavoro agile - cui si aggiunge la disparità di trattamento in tema di autorizzazione del lavoro agile in alcuni servizi territoriali provinciali - e l’inefficace distribuzione del lavoro, piuttosto che analizzare le vere cause del rallentamento e dell’inadeguatezza del servizio.
Sedi fatiscenti e non sicure, sovraffollamento degli uffici, inefficienze informatiche delle piattaforme ed una normativa poco chiara, sono gli aspetti su cui si attende un intervento e che sono stati già oggetto di denuncia sindacale come, da ultimo, la problematica relativa al Supporto Formazione Lavoro che tanti problemi di ordine pubblico genera quotidianamente.
Sarebbe da chiedersi quali dati abbia la Regione per dimostrare che l’accesso al lavoro agile sia la causa delle disfunzioni dei CPI e dei conseguenti problemi di ordine pubblico. È vero invece che molti CPI non hanno nessun ritardo nelle lavorazioni e che i problemi si concentrano soprattutto in alcune aree territoriali, come la città di Napoli, dove solo 3 CPI con un numero non sufficiente di operatori devono gestire il più alto numero in Italia di disoccupati e percettori di misure di sostegno al reddito. A tal riguardo, urge chiedere conto ed approfondire la tempistica di realizzo del Piano di rafforzamento dei CPI.
Si provveda immediatamente al completamento di tale Piano.
L’ USB è vicina e si fa interprete del disagio dei lavoratori portando in ogni sede le loro istanze, a partire dal ritiro della disposizione ingiustamente punitiva e restrittiva del lavoro agile.
R.S.U. Giunta della Regione Campania USB P.I. Campania
Domenico Chinelli Maria Pia Zanni