USB NON FIRMA IL CONTRATTO DELL'ATENEO SALERNITANO

IL 7 APRILE PRESIDIO A ROMA SOTTO LA SEDE CRUI

I RETTORI DEVONO CAMBIARE ROTTA

 

Salerno -

PASQUINO MENO DEMOCRATICO DI MARCHIONNE ?
INTESA SENZA REFERENDUM TRA I LAVORATORI

L’Unione Sindacale di Base, chiamata a ratificare sul tavolo separato il contratto collettivo integrativo 2011 dell’Università di Salerno, ne ha rifiutato la sottoscrizione. Si è confermata ancora una volta l’egemonia concertativa  del  Rettore con Cgil, Cisl e Uil. Anche questa volta, né i sindacati né il datore di lavoro, hanno portato a referendum il contratto integrativo di ateneo che sarà applicato a tutto il personale tecnico amministrativo. Ogni tentativo di aprire una contrattazione vera sul testo presentato dall’amministrazione, è stato vano. Se il paragone con Marchionne è una sottile provocazione (perché devono essere i sindacati e non il datore di lavoro a portare al voto i lavoratori), USB deve però denunciare con preoccupazione come ogni sua critica, nel merito dei contenuti formalizzati nella proposta di intesa del 16 marzo scorso, sia stata “colpevolmente”  ignorata.  Il testo, blindato e deludente per i lavoratori  nella parte normativa e in quella economica, dimostrerà nei fatti esattamente il contrario degli obiettivi che le parti hanno messo su carta. Ancora una volta “efficacia” ed “efficienza” rappresentano un paravento propositivo più che una finalità oggettivamente raggiungibile. Ne è la dimostrazione il fallimento registrato nei primi 3 mesi del 2011 del “processo di profonda ed articolata riorganizzazione e razionalizzazione di tutto l’apparato amministrativo”,  che è il cuore dell’accordo politico che a Salerno, il Magnifico e i sindacati collaborativi hanno stretto a fine dicembre e di cui il CCI 2011 (contratto collettivo integrativo) costituisce, per i lavoratori, una ben misera contropartita. La Fondazione, l’esternalizzazione e relativo impoverimento dei servizi di pulizia, custodia e vigilanza, il nuovo Statuto (imposto dalla controriforma Gelmini L.240/2010) e la rivoluzione dei dipartimenti cui viene espropriata una reale autonomia funzionale, portano l’Ateneo di Salerno ad un’accelerazione della sua trasformazione in senso privatistico della “governance” che trasforma i rettori in amministratori delegati.

USB non condivide e non stà a guardare.

IL 7 APRILE PRESIDIO A ROMA SOTTO LA SEDE CRUI
I RETTORI DEVONO CAMBIARE ROTTA

Anche Salerno costituisce un esempio di come tutto il sistema universitario sia nel caos per colpa dei tagli e della controriforma Gelmini. I rettori devono cambiare rotta se non vogliono diventare i curatori fallimentari del sistema pubblico universitario nazionale, che ha invece bisogno di vedere revocati i tagli e di ottenere risorse economiche adeguate, sostegno all'occupazione, al diritto allo studio, alla ricerca pubblica, e quindi abrogazione della controriforma Gelmini. Per questi motivi l'Unione Sindacale di Base chiama alla mobilitazione tutta la comunità universitaria e convoca un presidio di protesta davanti alla Crui (Conferenza dei rettori delle università italiane), in piazza Rondanini, il prossimo 7 aprile, giorno in cui si riunisce l'assemblea straordinaria per eleggere il nuovo presidente. USB chiede ai rettori di recuperare il loro ruolo istituzionale e di porsi al fianco delle richieste di riforma vera avanzate in questi mesi dal personale tecnico amministrativo, dai precari, studenti, ricercatori e docenti.

per il coordinamento USB Università
Pietro Di Gennaro